Nonostante lo scoppio di una guerra in Europa, l’elevata inflazione innescata dalla crisi energetica e la conseguente restrizione monetaria, l’economia dell’Emilia-Romagna ha mostrato una notevole capacità di resistenza, crescendo del 3,7 per cento, in linea con la media nazionale. Il prodotto ha superato di 2 punti il livello antecedente la crisi da Covid-19. L’espansione è stata sostenuta soprattutto dai consumi delle famiglie, aumentati in seguito all’uscita dalle restrizioni imposte per contrastare la pandemia; anche gli investimenti hanno contribuito alla crescita. L’attività economica ha perso slancio nella seconda parte dell’anno.Il contributo più rilevante all’aumento del prodotto regionale è arrivato dal terziario, settore che ha accelerato rispetto all’anno precedente (+5,5 per cento la variazione del valore aggiunto), superando i livelli del 2019. A espandersi sono stati soprattutto i comparti che avevano sofferto di più durante la crisi sanitaria, quali le attività turistiche e ricreative e i trasporti. Nelle costruzioni gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni hanno ancora sostenuto la crescita (+10,2 per cento); l’incremento è stato tuttavia inferiore rispetto a quello dell’anno precedente. Dopo il forte aumento del 2021, che aveva consentito di recuperare i livelli di produzione pre-pandemia, l’attività nell’industria ha segnato un aumento modesto (+0,3 per cento). La domanda estera ha apportato un contributo positivo alla dinamica del comparto: le esportazioni in termini reali sono cresciute del 4 per cento.