La mossa a sorpresa del governatore Rocca di far passare sotto il diretto controllo della Regione le assunzioni del personale ha dato un forte scossone al sistema di comando di Asl e ospedali laziali. Tutti i direttori generali hanno avvertito la scossa di una presa di potere che assomiglia molto ad un commissariamento e che di fatto toglie spazio di manovra, di autonomia sul territorio ai manager. Si può dire anche che suona come una sorta di monito? Certo è che i dg dovranno muoversi con i piedi di piombo per evitare “incidenti” e questo modificherà di parecchio gli equilibri sul campo. Solo pochi in questo momento sfoggiano disinvoltura e tranquillità, altri stanno nella buchetta evitando mosse che li possano mettere in qualche modo in vista. Per qualche giorno, o qualche settimana, o qualche mese sembra che la scacchiera debba tornare nel freezer. Coperte Viterbo e Asl Roma 1 con Bianconi e Quintavalle potrebbe continuare la logica dei commissariamenti, visto che Rieti e Albano sono rette da facenti funzione. Certamente Rocca ha una logica, una strategia, ma non si lascia sfuggire nulla. Alla Roma 6 dovrebbe arrivare un cavallo di ritorno dalla Calabria, per il resto si sa poco. Alcune caselle sono decisamente ballerine ma i manager non sono in scadenza immediata e quindi le mosse devono essere calibrate. Si muove molto Santononicito a Tivoli, si muove (poco) Casati alla Asl Roma 2. Fabrizio D’Alba (Policlinico Umberto I) sembra impegnato in manovre di contenimento. Francesco Vaia (Spallanzani) fa la sua corsa in automomia. Cristina Matranga e Francesca Milito si danno da fare, bene così. Ci sono delle poltrone da sistemare in Regione e al Ministero, poi si vedrà.
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