Dopo la pandemia in Italia si riprende a viaggiare: a crescere sono soprattutto le trasferte per le vacanze. Comincia inoltre a emergere, in particolare nelle generazioni più giovani, la preoccupazione per l’impatto ambientale delle proprie scelte su questo fronte, tanto che molti sono disposti a pagare un extra per compensare le emissioni di anidride carbonica.
Non manca comunque l’attenzione anche al risparmio, ma senza privarsi della qualità e del comfort, riducendo piuttosto il numero o la durata dei viaggi.
Si viaggia di più. Secondo i risultati emersi dalla terza edizione dell’Osservatorio EY Future Travel Behaviours (su un panel di soggetti che, oltre a includere i residenti in Italia, è stato esteso anche a Francia, Germania, Spagna e Regno Unito, per un totale di oltre 5mila partecipanti), i viaggi di vacanza sono in aumento con un ulteriore recupero rispetto al calo dovuto alla pandemia.
L’89% dei partecipanti alla ricerca, infatti, ha in programma almeno un viaggio di vacanza nel 2023, con un trend in miglioramento rispetto al 2022 (85%).
L’Italia presenta inoltre la più alta percentuale di viaggiatori in Europa (88%) che incrementerà o non limiterà i viaggi nel 2023 e una persona su cinque pensa di aumentare i viaggi rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda i mezzi di trasporto, si evidenzia che l’aereo ha un tasso di utilizzo più alto nel Regno Unito e in Spagna, mentre l’Italia è al primo posto per l’uso del treno.
Considerando l’estero, tre persone su cinque prevedono di viaggiare in Europa e circa il 20% oltre i confini europei.
La Spagna è indicata come la meta preferita tra le destinazioni europee del 2023, seguita da Italia e Francia.
Tuttavia, l’indagine rivela che i viaggi per lavoro, ancora notevolmente inferiori ai livelli pre-pandemici, hanno per ora limitate prospettive di ripresa per quest’anno.
A quest’ultima rilevazione si associa peraltro il fenomeno ormai consolidato del lavoro del remoto che ha subito una forte accelerazione dettata dall’emergenza e che ancora oggi offre un’alternativa alle trasferte di lavoro.
Nonostante solo il 6% dei partecipanti nell’Osservatorio indichi tra le motivazioni di viaggio del 2023 la scelta di combinare vacanza e lavoro nello stesso viaggio (workation), una percentuale più significativa (36%) è potenzialmente interessata a farlo, in particolare tra le generazioni più giovani.
Tra le principali motivazioni per i viaggi di vacanza viene indicato il relax (73%), il desiderio di esplorare nuovi luoghi e culture (64%) e lo stare insieme a familiari e amici (54%).
In tutto ciò le preoccupazioni economiche potrebbero avere un peso: per il futuro, infatti, è stata misurata una maggiore inclinazione al risparmio rispetto all’orientamento alla spesa.
Non per nulla il 66% del campione è propenso a cambiare le proprie abitudini di viaggio qualora si verificasse una riduzione del proprio potere di acquisto, con una preferenza a diminuire il numero o la durata dei viaggi piuttosto che sacrificarne la qualità e il comfort. Tuttavia, il 19% del campione non rinuncerebbe ai propri viaggi a costo di ridurre altre voci di spesa, mentre il 15% non crede che il proprio potere di acquisto diminuirà.
Esaminando l’ambito dei servizi gratuiti più apprezzati, si tratta di quelli che aiutano i clienti nella gestione dei ritardi e dei disservizi, in particolare rimborsi e bonus automatici, oltre a informazioni tempestive.
Anche la flessibilità nella prenotazione emerge come priorità, in particolare la possibilità di bloccare gratuitamente una prenotazione per un periodo di tempo limitato. Inoltre, due su tre affermano che la personalizzazione dell’esperienza è importante.
Anche l’International Vacation Confidence Index di Allianz Partners (condotto da OpinionWay per conto di Allianz Partners all’inizio di gennaio 2023, coinvolgendo 9.337 persone in Austria, Francia, Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e Polonia) conferma il clima positivo nei confronti dei viaggi. Tre europei su quattro sono fiduciosi di poter andare in vacanza nel 2023, e quasi un terzo (30%) è molto fiducioso, nonostante le incertezze delle prospettive economiche dell’anno in corso.
Tra gli intervistati, gli svizzeri sono risultati i più fiduciosi rispetto alle proprie prospettive di viaggio (80%). Anche gli italiani, insieme agli austriaci e agli inglesi, si sono mostrati particolarmente fiduciosi, con il 79% degli intervistati che si sente sicuro di poter viaggiare nel 2023.
La fiducia è elevata in tutte le fasce d’età, ma in particolare in quella tra i 25 e i 34 anni, che con il 78% risulta la popolazione che ha espresso le maggiori aspettative, in Italia così come in Europa. In ogni caso, anche tra gli over 50, la fascia meno ottimista, il 73% degli europei prevede di viaggiare.
Più attenzione all’ambiente. Un tema che comincia a farsi sentire è quello legato alla sostenibilità delle vacanze.
L’Osservatorio EY ha analizzato come la preoccupazione per l’impatto ambientale influenzi i comportamenti e le intenzioni di viaggio.
Su questo fronte sono stati effettuati dei test impliciti che hanno permesso di sondare in profondità gli intenti e i fattori inconsci alla base delle decisioni quando si tratta di spostarsi: è emerso che per una persona su due l’impatto ambientale è un fattore importante per le proprie scelte di viaggio e che gran parte del campione (due su tre) mostra un atteggiamento implicito di preoccupazione verso i temi ambientali.
In termini economici, sei persone su 10 pagherebbero costi aggiuntivi per compensare le emissioni di anidride carbonica.
Tuttavia, quando si tratta di comportamenti effettivi, i viaggiatori bilanciano la sostenibilità con altri aspetti, come il prezzo e la durata complessiva.
I risultati suggeriscono che in futuro la sostenibilità avrà un ruolo maggiore, trainata dalla crescente motivazione delle generazioni più giovani e dalla disponibilità di informazioni e di offerte commerciali su opzioni di viaggio sostenibili.
Anche la ricerca di Allianz Partners ha messo in luce i diversi effetti che le preoccupazioni per il cambiamento climatico hanno sui viaggiatori delle diverse fasce d’età. Complessivamente, il 28% degli europei (il 27% degli italiani) ha affermato che probabilmente modificherebbe i propri piani di vacanza invernale a causa della crisi climatica in corso.
Su questo fronte ci sono differenze significative di opinione tra i più giovani e i più anziani: infatti, il 40% dei viaggiatori in Europa (il 33% in Italia) di età inferiore ai 35 anni ha dichiarato che probabilmente modificherà i propri piani di viaggio a causa delle preoccupazioni per il cambiamento climatico, per esempio scegliendo un’altra destinazione, riducendo il budget o la durata del viaggio.
Degli intervistati tra i 35 e i 49 anni invece, solo il 31% ha espresso propensioni simili e se si considera la fascia degli over 50, questa percentuale scende al 21% in Italia e al 16% in Europa.
La nuova generazione di viaggiatori. Stando ai dati di EY, la Generazione Z (ovvero nati tra il 1997 e il 2012) viaggia più della media ed è quella più propensa ad andare all’estero.
Il confronto con le altre generazioni consente di ottenere alcune indicazioni sui principali trend anche per il futuro: i viaggiatori della Generazione Z, infatti, sono più influenzati dalla sostenibilità nelle loro scelte di viaggio, desiderano maggiori informazioni sulle opzioni sostenibili e sono più disposti a pagare un extra costo per compensare le emissioni.
Questi soggetti si aspettano esperienze digitali al momento della prenotazione oltre a una connettività costante durante la trasferta; inoltre, sono due volte più interessati rispetto alla media a combinare lavoro e vacanza quando viaggiano.
Irene Greguoli Venini, ItaliaOggi Sette