Andamento record per il mercato del private debt nel 2022. Secondo i dati raccolti da Aifi, l’associazione del private equity e venture capital, e da Deloitte, la raccolta è stata pari a 1,1 miliardi di euro, in crescita del 15% sul 2021, mentre l’ammontare investito è salito del 43% a 3,2 miliardi di euro.
Tra gli altri dati, nella provenienza geografica della raccolta la componente domestica ha rappresentato il 75% del totale. La prima fonte della raccolta di mercato sono stati i fondi pensione e le casse di previdenza (21%), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle assicurazioni (15%).
Quanto agli investimenti, il numero di sottoscrizioni è stato pari a 262 (-7% rispetto alle 281 del 2021), distribuite su 133 società (141 nel 2021, -6%). I soggetti domestici hanno realizzato il 52% del numero di operazioni, mentre l’82% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali. Per quanto concerne la dimensione degli investimenti, si segnala una tendenza sempre più marcata verso operazioni di dimensione rilevante; nel 2022, infatti, le società che hanno ricevuto almeno 100 milioni di euro ciascuna sono state 8, per un totale di 1,72 miliardi (5 società per 1,12 miliardi nel 2021). I finanziamenti hanno rappresentato il 59% dei casi, le sottoscrizioni di obbligazioni il 35% e gli strumenti ibridi il restante 6%. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 5 anni e 8 mesi, mentre il tasso d’interesse medio è pari al 5,07%. A livello geografico, la prima Regione per il private debt resta la Lombardia, dove è localizzato il 36% delle società italiane oggetto di investimento, seguita da Veneto (18%) ed Emilia Romagna (9%). Con riferimento ai settori di attività, al primo posto con il 24% del numero di imprese troviamo i beni e servizi industriali, seguito dall’ICT, con il 14%. Si sottolinea che il 49% delle società target ha meno di 250 dipendenti. Complessivamente, a partire dall’avvio del mercato nel 2013, sono stati 25 gli operatori che hanno raccolto capitali, per un totale di 5,4 miliardi di euro, l’83% dei quali provenienti dall’Italia. Dal 2014 sono stati investiti in questo mercato 10,7 miliardi di euro, grazie anche all’attività dei soggetti internazionali, a cui è imputabile il 75% di questo valore. Complessivamente, le operazioni sono state 1.366, oltre metà delle quali (58%) realizzate da soggetti domestici.
“Il mercato del private debt compie dieci anni e in questa decade ha saputo occupare un ruolo via via più strategico per le imprese che necessitano di debito per la crescita” dichiara Innocenzo Cipolletta, nella foto, Presidente Aifi. “I numeri record del 2022 non sono però sufficienti in un settore che potrebbe crescere ancora molto che per farlo ha bisogno di un supporto da parte delle istituzioni soprattutto nella fase di fundraising”. “Negli ultimi dieci anni, il mercato del private debt ha sostenuto ritmi di crescita estremamente importanti sia a livello nazionale che internazionale. In un contesto di
incertezza macroeconomico come quello attuale il private debt rappresenta una fonte di supporto strategico alle aziende e ai fondi di private equity per il supporto del sistema imprenditoriale italiano” dichiara Antonio Solinas, Leader di Deloitte Financial Advisory.