Negli ultimi 12 mesi, una famiglia italiana su due ha incontrato qualche difficoltà, più o meno grave, nel pagare le rate del mutuo e/o di altro prestito. A certificarlo sono gli esiti dell’indagine dell’osservatorio “SalvaLaTuaCasa” realizzata da Nomisma per Esdebitami Retake, società benefit operante nel settore creditizio che, grazie ad un servizio di consulenza specialistico in materia di soluzioni stragiudiziali alle crisi da sovraindebitamento, affianca famiglie, lavoratori e imprese in difficoltà e li aiuta a superare problemi di sostenibilità delle rate dei finanziamenti. Secondo la ricerca, in particolare, il 37% delle famiglie coinvolte ha pagato le rate del mutuo con non poche difficoltà mentre il 10% ha onorato il proprio debito ma con molte difficoltà. Il medesimo trend si registra anche per quanto concerne le rate dei prestiti corrisposte nell’ultimo anno, con il 39% delle famiglie che ha pagato ma con qualche difficoltà mentre il 13% ha versato quanto dovuto ma incontrando molte difficoltà nel contesto dell’economia domestica. L’indagine ha, inoltre, rilevato che il 2% del campione ha accumulato ritardi nel pagamento delle rate del mutuo ed è tuttora in ritardo nel pagamento di una o più rate mentre l’1% delle famiglie ha accumulato ritardi nel pagamento delle rate ma è riuscito a recuperare i pagamenti insoluti. Sul fronte dei prestiti, tali percentuali si attestano, rispettivamente, sull’1% e sul 3%.
Come evidenziato nel focus, al pagamento del mutuo per l’abitazione si sommano spesso anche le rate di altri finanziamenti sostenuti per l’acquisto a rate di beni e servizi, quali automobili o elettrodomestici, prestiti di liquidità, apertura di credito in conto corrente o prestiti con carta di credito revolving che coinvolgono circa la metà delle famiglie italiane. «In questa fase non favorevole del ciclo economico, in cui le famiglie italiane perdono potere d’acquisto a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo delle rate dei mutui (+50% in soli 3 trimestri) e dopo un periodo di crisi dettato dalla pandemia, tutelare il diritto all’abitazione deve essere una priorità» sottolinea Luigi Ursino, presidente di Esdebitami Retake, «ci sono tante, troppe famiglie meritevoli che hanno visto peggiorare la propria situazione economica e che ora potrebbero trovarsi in difficoltà, pur avendo intenzione di rispettare gli impegni finanziari assunti».
Si tagliano le spese superflue. Nonostante siano oggi 23,2 milioni le persone occupate, dato con il valore più alto da giugno 2019, le famiglie italiane si trovano, loro malgrado, a fare i conti con un costo della vita sempre più alto. A causa della diminuzione del loro potere di acquisto, derivante da inflazione e caro tassi, e per fare fronte alle spese necessarie, molte delle famiglie intervistate hanno dichiarato di attingere ai propri risparmi per mantenere gli standard di consumo a cui sono abituate. Inoltre, si dichiarano spesso costrette a ridurre le spese per acquisti e attività considerate superflue, in particolare il 29% del campione evidenzia di avere diminuito in modo significativo le spese per il tempo libero, il 27% quelle per le attività culturali e il 21% per lo sport. Uno scenario dai tratti non certo rassicuranti, inasprito anche dall’impennata dell’inflazione e dei costi dell’energia che hanno fatto crescere il timore di tre famiglie su dieci di non arrivare alla fine del mese e di non riuscire ad accantonare una parte di reddito come risparmio anche per fare fronte a future esigenze. L’indagine curata da Nomisma evidenzia come il 65% delle famiglie si sia sentito abbastanza o molto preoccupato nell’ultimo anno, mentre il 53% si è trovato a gestire situazioni di ansia. Nel complesso, il 36% degli intervistati è concorde nel dichiarare che la situazione economica della propria famiglia con a carico un mutuo è lievemente peggiorata nell’ultimo anno, mentre per il 9% è nettamente peggiorata. In caso di difficoltà economiche, le famiglie cercano la solidarietà innanzitutto nella propria rete familiare e amicale (nel 76% dei casi) ma si rivolgono anche a operatori finanziari (37%), enti comunali e istituzioni (27%), realtà di volontariato (25%) e alla propria realtà lavorativa (8%).
Fosche nubi all’orizzonte. Se l’attuale scenario si presenta non certo roseo, le aspettative per l’immediato futuro sono tutt’altro che confortanti. In base al report, una famiglia su quattro teme di avere difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo nel prossimo anno, complice una situazione economica complessiva che desta preoccupazioni. Anche guardando al futuro, in questa fase di grande incertezza e complessità gli italiani non sembrano particolarmente fiduciosi tanto che il 35% prevede una situazione economica in ulteriore peggioramento. Alla luce di questo, in dettaglio, il 21% degli intervistati ritiene con ogni probabilità di potersi trovare in difficoltà nei prossimi 12 mesi nel rimborsare la rata del mutuo e per il 3% ciò rappresenta una cosa certa.
Misure per le famiglie. L’indagine condotta da Nomisma dedica un focus al mercato dei mutui evidenziando come in questa fase gli strumenti a supporto della liquidità delle famiglie abbiano svolto un ruolo di fondamentale importanza. Negli ultimi anni, ad una rischiosità estremamente limitata generata da valori eccezionalmente bassi dell’Euribor nonché da politiche di erogazione finalizzate a contenere il pericolo di sovraindebitamento, si sono aggiunte le moratorie emanate nel periodo pandemico di cui hanno usufruito quasi 1,5 milioni di famiglie. La sospensione delle moratorie a favore delle famiglie potrà incidere negativamente sulla ripresa del regolare pagamento della rata del mutuo, facendo lievitare i casi di insolvenza. «Tradizionalmente le famiglie italiane tendono ad adottare comportamenti cauti e virtuosi, evitando di assumere eccessivi impegni finanziari nel momento in cui temono di non riuscire a rispettarli regolarmente» sottolinea Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, «in questa fase di perduranti difficoltà, se non interverranno altre misure a supporto delle famiglie l’impennata dell’Euribor verificatasi a partire dal 2022 sarà foriera di un inevitabile peggioramento della rischiosità del credito e le famiglie che hanno beneficiato della misura potrebbero trovarsi in grande difficoltà nel riprendere il regolare pagamento delle rate perché la loro capacità di sostenere gli oneri del debito dipende dalle condizioni generali dell’economia e dal recupero del reddito individuale».
Il rialzo dei tassi. L’aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base deciso nei giorni scorsi dalla Bce inciderà, in media, con un incremento di 35 euro a rata per le famiglie italiane che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. A calcolarlo è il Codacons che fornisce le stime sugli effetti della decisione della Bce sulle tasche degli italiani in un mercato, quello dei mutui, che vale 426 miliardi di euro. Premesso che occorrerà attendere le prossime settimane per verificare come il mercato risponderà al rialzo dei tassi, il Codacons evidenzia che negli ultimi giorni l’Euribor, ossia l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è attestato attorno al 2,62% per quello a 1 mese e al 2,82% quello a 3 mesi. Se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 3,12% (quello a 1 mese) e a 3,32% quello a 3 mesi. Gli analisti dell’associazione a difesa dei consumatori hanno, quindi, effettuato qualche calcolo: considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125 mila e i 150 mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è destinata a salire tra i 30 e i 40 euro per effetto della decisione della Bce. Se, però, si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 210 e i 270 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.520 e + 3.240 euro all’anno. Al cospetto di tale scenario, l’associazione evidenzia che nell’ultimo anno ben 2,4 milioni di famiglie con un mutuo a tasso variabile hanno dichiarato difficoltà nel pagamento delle rate.
Antonio Longo, ItaliaOggi