
(di Tiziano Rapanà) No, non serviva un concorso a sancire l’ovvio e l’assodato. Per me, Edoardo Raspelli è un personaggio dell’anno da sempre, da qui fino al 2050. La cosa è talmente lampante, che la bocca a pronunciarla non se ne rende conto: l’azione è diventata automatismo. Personaggio dell’anno dell’enogastronomia nella qualità di opinion leader, così l’eminente concorso di Italia a tavola – nato dall’ingegno di Alberto Lupini – ha certificato una cosa che è già realtà da sempre. Mi pare non ci sia nulla da obiettare se affermo che Edoardo Raspelli è il principe della divulgazione gastronomica. Lui preferisce essere definito “cronista della gastronomia”, perché non conosce il demone della tracotanza. Il talento eccelso e la passione sono due tratti distintivi di una silhouette creativa e professionale, che opinione pubblica e addetti ai lavori hanno individuato come autorità del settore. E adesso questa silhouette pubblica è stata confermata con la vittoria di questo importante concorso. Sono tantissimi quelli che hanno votato per il loro beniamino. Riecco così al centro della scena il raccontatore dell’Italia che lavora e produce leccornìe, rappresentative della cultura e tradizione regionale. Torna l’ossessione delle tre T trasformate in uno slogan depositato alla Camera di commercio di Milano alcuni anni addietro: “Terra Territorio Tradizione”. No, non serviva un concorso ma è giusto talvolta abbandonarsi all’inevitabile prova del nove, che elimina il velo del dubbio.