L’efficacia della vaccinazione anti Covid sembra correlata in parte anche dalla qualità del sonno nei giorni antecedenti e successivi all’iniezione. Questo, almeno, è quanto emerge uno studio, pubblicato sulla rivista Current Biology, condotto dagli scienziati del Cousins Center for Psychoneuroimmunology presso il Jane and Terry Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior dell’Università della California a Los Angeles. Il team, guidato da Michael Irwin, ha valutato la relazione tra la durata del sonno e la risposta del corpo alla vaccinazione. I ricercatori hanno considerato le informazioni dei partecipanti distinguendo i soggetti in base al genere sessuale. Stando a quanto emerge dall’indagine, dormire meno di sei ore a notte nei giorni precedenti e successivi all’inoculazione risulta associato a una significativa riduzione della risposta anticorpale. Generalmente, spiegano gli autori, gli adulti dovrebbero dormire tra le sette e le nove ore ogni notte. “In precedenza – sostiene Irwin – abbiamo scoperto che la terapia cognitivo comportamentale migliora notevolmente l’insonnia e normalizza anche vari aspetti dell’immunità, sebbene non sia ancora noto se il trattamento dell’insonnia possa aumentare le risposte alla vaccinazione”. “Abbiamo riscontrato – concludono gli autori – una solida associazione tra la durata del sonno e la risposta anticorpale negli uomini, ma non c’erano dati a sufficienza che monitorassero le variazioni dei livelli di ormoni sessuali, noti per influenzare la funzione immunitaria. Saranno necessari studi più ampi per determinare l’intervallo di sonno ottimale per promuovere una risposta ottimale al vaccino”.