
(di Tiziano Rapanà) La notte dormo benissimo. Le questioni di lana caprina non mi disturbano il sonno. La carbonara tirolese è l’ultimo dei problemi. Eppure l’eminente Corriere della Sera, in un bell’articolo di Fabiana Salsi, racconta come questa versione (propagandata dalla pagina Facebook chiamata Appetitlich) abbia disturbato legioni di puristi a difendere il classico rigorosamente legato al guanciale e al tuorlo d’uovo. No alla pancetta, alle uova intere e alla panna. Poi vai a scoprire che la panna la usa anche il famoso cantautore Sergio Caputo per preparare la sua carbonara e ti rendi conto che non è il caso di battagliare su “quisquilie di cultura generale”. Eppoi l’unica vera carbonara tirolese da tenere in considerazione è frutta della creatività di Norbert Niederkofler. Nome tutelare del talento culinario degli ultimi anni, è un tristellato Michelin amato da critica e pubblico. Ora non vi dirò come procedere con questa sfiziosa carbonara, la ricetta la trovate sul web, vi chiedo soltanto se sia il caso di imbastire il solito giro di polemiche sul nulla. Battagliare sì ma per cose concrete. Polemiche in giro su questioni legate alla Teodicea di Leibniz non ne trovo. Carbonara o amatriciana e siamo sempre lì. Beati voi che amate divertirvi così. Non capisco che piacere si possa provare ad indignarsi per una frivolezza. Leibniz è sempre lì pronto a essere letto.