Sviluppare un nuovo tipo di TAC che consenta di rilevare e curare i minuscoli noduli nelle ghiandole ormonali responsabili dell’ipertensione. Questo l’obiettivo a cui è stato orientato uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dagli scienziati della Queen Mary University di Londra, del Barts Hospital e del Cambridge University Hospital. Il team, guidato da Morris Brown e William Drake, ha ideato un nuovo approccio per individuare la presenza di noduli altrimenti invisibili con i metodi tradizionali. Secondo quanto emerge dall’indagine, il trattamento, combinato con un test delle urine, richiederebbe solo dieci minuti per migliorare la situazione clinica del paziente. I ricercatori hanno coinvolto 128 partecipanti che presentavano ipertensione causata da un ormone steroideo, l’aldosterone. La scansione con la nuova TAC ha rilevato che due terzi della coorte mostrava una secrezione elevata di aldosterone associata alla presenza di noduli benigni nelle ghiandole surrenali. Grazie a una dose ad azione rapida di metomidato, un colorante radioattivo che si attacca solo al nodulo, il trattamento permette di rimuovere la fonte del disagio e ridurre i livelli di pressione nei pazienti. La maggior parte dei casi di ipertensione è caratterizzato da un’eziologia sconosciuta, per cui la possibilità di individuare una causa per la problematica potrebbe contribuire a migliorare le condizioni di moltissimi pazienti. “I noduli che producono aldosterone – spiega Brown – sono molto piccoli e facilmente trascurabili da una normale TAC. Con i metodi attuali, fino al 99 per cento di queste formazioni viene trascurato. Il nostro lavoro potrebbe rivoluzionare l’individuazione di tale problematica”.