I saldi che partiranno il prossimo 5 gennaio in Emilia Romagna interesseranno oltre 1,3 milioni di famiglie (su 2.040.000, composte in media da 2,17 persone) e ogni persona spenderà circa 133 euro, per un giro di affari superiore ai 370 milioni di euro: sono questi, secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio Emilia-Romagna, i numeri dei saldi invernali in regione. Si stima quindi un aumento di più del 10% rispetto al precedente anno. Rispetto allo scorso anno quindi sono positive le aspettative circa l’andamento delle vendite di fine stagione, nonostante le preoccupazioni legate all’inflazione galoppante, alla crisi energetica e all’ ancora non debellato Covid-19.
“Il periodo di saldi che sta per iniziare assume un significato diverso quest’anno, molto importante anche a livello sociale e non solo economico – commenta Marco Cremonini, Presidente regionale di Federazione Moda Italia – Stiamo intercettando chiari segnali di una sorta di ribellione rispetto a quella “rassegnata malinconia” con cui l’ultimo rapporto Censis descrive l’atteggiamento degli italiani rispetto a quanto sta caratterizzando questo difficile periodo. Assistiamo al ritorno di una grande voglia di esperienza fisica nell’acquisto, di toccare, di sentire, di odorare e di incontrare”.
“Nel 2022 si sta concretizzando un sensibile ritorno all’acquisto nel negozio di vicinato rispetto ai canali online che nel periodo pandemico avevano avuto una forte crescita – continua Cremonini – Il consumatore ha necessità ora di socializzare, di vivere una esperienza densa di relazione, per lasciarsi alle spalle i segni di un forzato isolamento.” “Il settore moda, sempre più orientato verso strategie legate alla sostenibilità e all’innovazione, non ha subito l’aumento dei prezzi dovuto all’altissima inflazione; il cliente potrà quindi beneficiare di un assortimento molto vasto a prezzi di assoluta convenienza, il tutto valorizzato da un servizio a 360° basato sulla fiducia e sulla relazione, sulla professionalità e sulla responsabilità. Nella rinnovata consapevolezza dell’insostituibile ruolo del negozio di vicinato nel tessere il benessere delle persone migliorando la vita delle nostre comunità”, conclude Cremonini.