Nei primi mesi del 2022, l’aumento dei costi dell’energia e dei prezzi delle materie prime ha avuto un impatto da medio ad alto per quasi nove pmi manifatturiere emiliano-romagnole su dieci. Fortunatamente, finora, questa situazione sembra non aver influito in modo importante sul fatturato del I quadrimestre, stabile o in crescita per quasi otto imprenditori su dieci rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, nemmeno sul portafoglio ordini, che risulta addirittura migliore dello scorso quadrimestre (l’81% lo ritiene adeguato), e sul livello di soddisfazione relativo dell’attuale andamento dell’azienda, positivo per il 60%. Al contrario, i principali effetti riguardano l’aumento dei prezzi del prodotto finito e i ritardi nelle consegne, oltre ad aver minato in parte il livello di fiducia sul mercato in generale (39% vs 49% di inizio anno) e soprattutto sullo scenario economico internazionale, crollato dal 36% al 13%. È quanto emerge dall’Osservatorio MECSPE di Senaf del I quadrimestre 2022 sull’industria manifatturiera in Emilia Romagna, presentato oggi da Stefano Cattorini, Direttore generale del Competence Center BI-REX, durante il convegno inaugurale di MECSPE e METEF, a cui ha preso parte tra gli altri anche Laura Castelli, Viceministro dell’Economia e delle Finanze, e Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione della Regione Emilia Romagna. Anche le prospettive per il futuro, che nei mesi scorsi erano più rosee, sono comunque tendenzialmente positive, rielva ancora l’Osservatorio Mecspe. Il fatturato previsto a fine anno è stabile o in crescita per l’81% delle imprese emiliano-romagnole, anche se in calo rispetto alle previsioni di inizio anno (-14 %). Stesso discorso per l’andamento generale del mercato nei prossimi tre anni, dove solo un quinto prevede un calo. Si tratta di imprenditori che, nonostante tutto, non smettono di crederci e continuano a puntare sulla crescita già nei prossimi due anni (75%), in termini di aumento dimensionale oppure ampliando la produzione in nuovi settori, o puntando sull’internazionalizzazione. Oltre un quinto sta anche valutando entro i prossimi due anni operazioni di M&A (acquisizioni e/o fusioni).
Ma per fare tutto questo sono necessarie determinate competenze e capacità al fine di avviare un importante percorso di trasformazione digitale, anche in vista della spinta che il PNRR potrebbe dare all’economia del Paese. La metà degli imprenditori emiliano-romagnoli ritiene che il bagaglio di competenze del personale sia in linea con le esigenze di crescita dell’azienda e in particolare il 58% ha già formato o assunto personale con formazione adeguata a fare fronte alla trasformazione 4.0 in azienda. Un dato tendenzialmente positivo ma con ampi margini di miglioramento. Ed è proprio sulla formazione che i Competence Center, istituiti dal MISE con l’obiettivo di supportare le imprese nella rivoluzione in chiave di Industria 4.0, possono fornire un supporto prezioso per la crescita del comparto, anche se ad oggi sono ancora poco sfruttati dalle imprese (solo dall’8%).
Sempre con uno sguardo alla crescita digitale, trainata specialmente dal 40% delle pmi, quali sono i principali investimenti in ambito tecnologico previsti per il 2022? Si registrano soprattutto quelli in sicurezza informatica (32%), nonostante solo il 18% dichiari di avere effettivamente già subito un cyber attacco ai propri sistemi, e la robotica collaborativa (24%).
Toccando il tema del momento, ovvero l’impatto dell’industria sull’ambiente, oltre tre aziende emiliano-romagnole su dieci si dichiarano sostenibili, e in generale le pmi prestano grande attenzione all’uso di dispositivi a basso consumo energetico (57%), all’uso di macchinari efficienti e di nuova generazione (47%) e al riutilizzo di materiali di scarto in un’ottica di economia circolare (32%).
“La manifattura dell’Emilia-Romagna sta dimostrando una grande dinamicità e visione del futuro, avendo già imboccato la strada della transizione digitale e sostenibile, come dimostrano i dati presentati dall’Osservatorio MECSPE – ha comemntato l’assessore regionale Vincenzo Colla– Ma oltre ai capofiliera che stanno nel mondo e si sono già tecnologicamente strutturati per rispondere alle nuove sfide, è ora necessario accompagnare – ha concluso – anche le tante piccole e medie imprese della filiera, che da sole fanno fatica ad affrontare la velocità spiazzante di questo cambiamento”.