La crisi del grano esplosa con il blocco dei raccolti ucraini da parte della flotta russa sul Mar nero rischia di mettere alla fame milioni di persone. Al loro fianco, una schiera di miliardari ha tratto ancor più beneficio delle proprie ricchezze, nonostante pandemia prima e guerra poi. E’ il paradosso delle forbici che si allargano, nella denuncia della Ong Oxfam che arriva proprio mentre parte il World Economic Forum di Davos.
“Mentre aumentano vertiginosamente i prezzi al consumo dei prodotti alimentari e dei beni energetici e la spirale della povertà estrema rischia di inghiottire 1 milione di persone ogni giorno e mezzo nel 2022, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori alimentare e dell’energia continuano ad accrescere le proprie fortune, aumentate dall’inizio della pandemia di 453 miliardi di dollari, al ritmo di 1 miliardo di dollari ogni due giorni”, ricostruisce Oxfam. “I miliardari a Davos potranno brindare all’incredibile impulso che le loro fortune hanno ricevuto grazie alla pandemia e all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia – ha commentato in una nota Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International – ma allo stesso tempo decenni di progressi nella lotta alla povertà estrema rischiano di essere vanificati con milioni di persone lasciati senza mezzi per poter semplicemente sopravvivere”.
Secondo la ricostruzione data dall’organizzazione “la pandemia ha prodotto 573 nuovi miliardari, uno ogni 30 ore, mentre, quest’anno, un milione di persone ogni 33 ore potrebbe finire in condizione di povertà estrema, vale a dire 263 milioni”. Da un lato, la ricchezza dei Paperoni è cresciuta in termini reali più in due anni di pandemia che nei primi 23 anni di rilevazioni di Forbes: pesa ora per il 13,9% del Pil contro il 4,4% del 2000. Ricchezza concentrata nelle mani di poco, frutto per Bucher di “decenni di liberalizzazioni e deregolamentazione della finanza e del mercato del lavoro” che hanno portato a un quadro in cui milioni oggi non hanno sufficiente cibo o soldi per riscaldarsi. In Africa orientale, una persona rischia di morire di fame ogni minuto. Siamo di fronte a una disuguaglianza paradossale, tossica che rischia di spezzare i legami che tengono insieme la nostra società”.PUBBLICITÀ
Il conto finale è che i 2.668 miliardari di oggi (573 in più rispetto al 2020) possiedono una ricchezza netta pari a 12.700 miliardi di dollari, con un incremento pandemico, in termini reali, di 3.780 miliardi di dollari. Se si prendono i venti Paperoni più alti in graduatoria, “hanno patrimoni che valgono più dell’intero PIL dell’Africa subsahariana”.
La campagna di Oxfam si concetra quindi sui due settori caldi del momento: energia e cibo. Ambiti “caratterizzati da situazioni di forte monopolio” in cui le imprese “registrano profitti da record, mentre i salari rimangono stagnanti e i lavoratori sono esposti a un aumento esorbitante, se paragonato agli ultimi decenni, del costo della vita. Cinque delle più grandi multinazionali energetiche (BP, Shell, Total Energies, Exxon e Chevron) fanno 2.600 dollari di profitto al secondo”, esemplifica Oxfam. E nel settore alimentare la Ong censisce 62 nuovi miliardari, cita la famiglia Cargill che “controlla il 70% del mercato agricolo globale, e ha realizzato l’anno scorso il più grande profitto nella sua storia (5 miliardi di dollari di utile netto), record che potrebbe essere battuto nel 2022”.
Mentre lo Sri Lanka è nel mezzo di una crisi catastrofica, Oxfam ricorda (come ha già fatto il Fmi) che sei Paesi a basso reddito su dieci sono in crisi per il loro debito. E nel dossier non manca il capitolo del pharma: “Imprese come Moderna e Pfizer hanno realizzato 1.000 dollari di profitto al secondo grazie al solo vaccino COVID-19 e, nonostante abbiano usufruito di ingenti risorse pubbliche per il suo sviluppo, fanno pagare ai governi le dosi fino a 24 volte in più rispetto al costo di produzione stimato, anteponendo gli utili alla tutela della salute globale in un mondo in cui l’87% dei cittadini nei paesi a basso reddito non ha ancora completato il ciclo vaccinale”.
Alla luce di queste considerazioni, Oxfam dettaglia le sue richieste:
- porre fine all’apartheid vaccinale sospendendo i brevetti, favorendo la condivisione di know-how e tecnologia sui vaccini COVID-19, investendo in centri di produzione di vaccini nel Sud del mondo, redistribuendo immediatamente ed equamente le dosi esistenti e mantenendo le promesse di donazione fatte, secondo un calendario concordato che consenta l’implementazione di un’efficace campagna vaccinale nei Paesi a basso reddito;
- riallocare, a favore dei Paesi vulnerabili, una generosa quota dei diritti speciali di prelievo (DSP), assicurando la fruibilità senza condizionalità di tali risorse da parte dei Paesi beneficiari, riconoscendone la natura concessionale e il carattere addizionale rispetto ad altri impegni finanziari;
- introdurre imposte straordinarie sugli extra-profitti pandemici (e sugli extra-profitti delle compagnie energetiche) per finanziare trasferimenti pubblici alle famiglie in difficoltà; accanto a simili interventi solidaristici va inoltre assicurato un serio riequilibrio dei carichi fiscali con un marcato spostamento del carico impositivo dai redditi da lavoro a quelli da capitale, rafforzata la funzione redistributiva dei sistemi fiscali e perseguito il rispetto del principio di equità orizzontale.
Repubblica.it