
Il Centro Cardiologico Monzino ha avviato un nuovo studio clinico su Dapagliflozin, uno dei farmaci più innovativi e promettenti contro lo scompenso cardiaco, di cui il centro milanese è prescrittore leader in Italia. La nuova molecola appartiene alla classe dei SGLT2-i (inibitori dei trasportatori sodio-glucosio tipo 2), farmaci entrati di recente nella routine clinica che, pur avendo dimostrato la loro efficacia per alcuni aspetti dello scompenso, possono essere meglio valutati “sul campo” per studiarne tutti i benefici potenziali e comprenderne i meccanismi d’azione.
Lo studio su Dapagliflozin è un’iniziativa autonoma e indipendente del Monzino, senza alcuna sponsorizzazione esterna. Lo studio Monzino prevede di arruolare un minimo di 70 pazienti per effettuare, per la prima volta, una valutazione multidisciplinare completa: esami ematochimici comprensivi di biomarkers di nuova generazione, test da sforzo cardiopolmonare, prove di funzionalità respiratoria, analisi del sonno con le apnee notturne ed ecocardiogramma 3D. I nuovi dati così raccolti permetteranno di fare il punto sulla terapia dello scompenso cardiaco con funzione sistolica ridotta che negli ultimi anni ha conosciuto progressi straordinari, anche grazie alla scoperta degli SGLT2-i.
“La classe farmacologica degli SGLT2-i rappresenta un bell’esempio di ‘Serendipity’, ovvero di scoperta ‘casuale’ di un beneficio inatteso di un farmaco che prima veniva usato per tutt’altro – spiega Massimo Mapelli, del Dipartimento di Cardiologia critica e riabilitativa, coordinatore dello studio – In questo caso il farmaco era (e rimane) un farmaco anti-diabetico che però si è visto funzionare altrettanto bene, se non meglio, in pazienti con lo scompenso cardiaco senza diabete mellito II. Di conseguenza negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, il farmaco è passato dalle mani dei diabetologi a quelle (anche) dei cardiologi. Al Monzino abbiamo prescritto Dapagliflozin a 150 pazienti con scompenso cardiaco in 3 mesi, indipendentemente dal diabete, e abbiamo redatto il primo piano terapeutico in Lombardia”.