Luca Parmitano, laurea ad honorem all’Università di Palermo

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 “Altissimi senso di responsabilità e senso del dovere, notevoli motivazione e determinazione, e capacità di risolvere i problemi pratici via via emergenti. Tali doti, a mio avviso, sono parte integrante del bagaglio personale di Luca Parmitano, come ben testimoniato dalle sue esperienze professionali in generale e, nella fattispecie, dalle sue reazioni, razionali e ben controllate, in occasione sia della collisione in volo con il volatile di grossa taglia dell’11 Maggio 2005, sia del problema tecnico verificatosi con l’accumulo, del tutto inatteso e non poco rischioso, di acqua nello scafandro in occasione della passeggiata spaziale in orbita del 16 Luglio 2013″. Sono alcune delle motivazioni che hanno spinto la Lumsa a conferire la laurea honoris causa in Economia e management all’astronauta Luca Parmitano.
 E’ stato Giovanni Battista Dagnino, presidente Corso di Laurea Magistrale in Economia e Management a Palermo a rievocare i due episodi. Il primo ebbe luogo durante il corso di formazione in Belgio, mentre un ventottenne capitano Parmitano volava sulla Manica: l’AMX investì un volatile di grande taglia. Dallo studio delle piume incastrate nell’aereo, fu agevole comprendere che il velivolo di Parmitano aveva urtato contro una cicogna. Pur con l’abitacolo quasi distrutto dal potente urto, senza più l’ausilio della radio ormai fuori uso, colpito dal flusso aerodinamico e con notevoli difficoltà di conduzione del volo, Parmitano, rinunziando a eiettarsi, riuscì a riportare il velivolo a terra e a salvarlo. Parmitano ricevette la Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico.
Durante una passeggiata spaziale, invece, ebbe luogo il secondo episodio. Parmitano comunicò di avere acqua nello scafandro Extravehicular Mobility Unit. Dato che il livello dell’acqua, il direttore di volo ordina a lui e a un altro astronauta di interrompere le attività programmate e di rientrare nel Joint Airlock. L’allagamento dello scafandro era dovuto a un malfunzionamento della centrifuga che
separa dall’acqua il flusso d’aria che circola verso il casco. Successivamente tutte le tute vennero dotate di apposito boccaglio per consentire la respirazione dell’astronauta anche nel caso di allagamento dello scafandro. “In tale occasione – ha sottolineato Dagnino – il team di cosmonauti nel quale operava Parmitano effettuò numerosi esperimenti per aiutare la ricerca, l’ingegneria meccanica, la fisica e la sanità, come quella che riguarda gli esperimenti per combattere il tumore e l’osteoporosi”.