
La presenza di colesterolo cattivo (LDL-C) nel sangue potrebbe non essere direttamente correlata a un rischio più elevato di problemi di salute cardiaca. Lo suggerisce uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Internal Medicine, condotto dagli scienziati del Royal College of Surgeons in Ireland (RCSI) University of Medicine and Health Sciences, dell’Università del New Mexico, dell’Istituto per la libertà scientifica in Danimarca e della Bond University in Australia, che hanno evidenziato un legame ‘incoerente’ tra colesterolo alto e malattie cardiache.
Questi risultati, sottolineano gli autori, potrebbero confutare l’uso delle statine prescritte per abbassare i livelli di LDL-C e ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Comunemente prescritte dagli specialisti, le statine vengono somministrate a un terzo degli adulti irlandesi di età superiore ai 50 anni. Il team, guidato da Paula Byrne, ha valutato l’efficacia di questi farmaci analizzando 21 ricerche precedenti, con una coorte di almeno mille persone e una durata minima di due anni. Stando a quanto emerge dall’indagine, il legame tra l’assunzione delle statine e le condizioni di salute cardiovascolare dei partecipanti non era sempre lineare, anzi era caratterizzato da una significativa eterogeneità. Il beneficio complessivo derivante dall’assunzione di queste sostanze, riportano gli studiosi, potrebbe quindi dipendere da una serie di fattori individuali.
“I nostri risultati – scrivono gli esperti – erano incoerenti e inconcludenti per quanto riguarda l’associazione tra l’entità della riduzione dei livelli di colesterolo cattivo e mortalità per tutte le cause, infarto del miocardio o ictus. Per questa ragione è fondamentale che il processo decisionale passi attraverso una comunicazione aperta e informata da parte del personale sanitario”.
“I pazienti devono essere a conoscenza dei rischi e dei benefici delle statine – concludono i ricercatori – i nostri risultati hanno anche delle implicazioni per lo sviluppo delle future linee guida cliniche sulle terapie a base di statine”.