Sicilia, esplode la crisi: manca il bitume

Share

La bomba dei prezzi esplode nel sistema economico siciliano, facendo mancare all’edilizia bitume e acciaio e lasciando a piedi i rappresentanti di commercio. “Le nostre imprese – spiega il presidente di Ance Ragusa, Giorgio Firrincieli – faticano nell’approvvigionamento dei materiali a causa anche della chiusura degli impianti di produzione. Questo stato di fatto si riverbera nei prezzi sempre più alti e, nei fatti, incontrollabili, che inducono alla sempre più prossima chiusura dei cantieri”. “La situazione – prosegue – è ormai fuori controllo, e riteniamo che le misure varate dal governo finora non siano risolutive del problema. Negli ultimi giorni, infatti, i prezzi dei materiali dei costruzioni che già erano pressoché raddoppiati nell’ultimo anno sono ulteriormente schizzati. In particolare risultano ormai praticamente irreperibili se non a costi insostenibili bitume, acciaio e alluminio e tanti altri ancora. A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore seria difficoltà il trasporto dei mezzi e la gestione delle consegne. Parecchi associati ci hanno comunicato il loro intendimento di fermarsi e chiudere i cantieri, mentre altri li stanno già chiudendo. Così non si va da nessuna parte e le opere del Pnrr non potranno essere realizzate entro le stringenti date di scadenza. Occorrono contromisure efficaci come l’adeguamento automatico dei prezzi obbligatorio per tutte le stazioni appaltanti e misure reali di compensazione degli aumenti subiti”. In difficoltà sono anche i rappresentanti di commercio. “Nel giro di pochi mesi e con un  picco nell’ultima settimana, abbiamo subito un aumento del 30% – racconta Alberto Palella, presidente regionale di Fairc Confesercenti – e se è vero che questo è un problema per ogni cittadino per chi, come noi, deve macinare chilometri in auto per lavorare, diventa drammatico perché riduce notevolmente i margini di guadagno”. Sull’isola i rappresentanti di commercio sono oltre 10mila e in questi giorni in ogni provincia si sono svolte riunioni per analizzare la situazione. “Come sigla di categoria  – dice Palella – ci stiamo mobilitando in tutte le regioni per fare arrivare al governo nazionale una richiesta chiara e precisa: eliminare le accise sui carburanti per autotrazione. Non vogliamo ristori ma chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter lavorare. I due anni passati  sono stati estremamente difficili a causa della pandemia, questa nuova situazione di crisi rischia di metterci in serie difficoltà”.