Le imprese dei settori ad alta tecnologia sono risultate più resilienti nella crisi indotta dalla pandemia Covid. Secondo il Monitor di Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) che analizza i risultati economico-finanziari di 12.765 imprese specializzate in settori ad alta tecnologia (aerospazio, Ict, farmaceutica, biomedicale, tlc) nel biennio 2019-2020, il fatturato nel 2020 ha evidenziato un calo del 2,3% (valori mediani), con una quota di soggetti in crescita del 45%. I risultati quindi sono stati meno negativi rispetto a quelli osservati per il sistema economico nel suo complesso. Anche in termini di margini e indicatori reddituali il rallentamento è stato meno intenso delle attese. La specializzazione in settori che hanno risentito meno del crollo della domanda e delle chiusure, si afferma, ha permesso di registrare un calo del giro di affari più contenuto rispetto al panorama italiano.
La performance dei settori ad alta tecnologia, riporta lo studio, riflette però un’elevata dispersione dei risultati per specializzazione produttiva: ai buoni risultati della farmaceutica, dei servizi Ict e delle tlc, si contrappongono i dati negativi di biomedicale, commercio e soprattutto aerospazio. Le imprese della farmaceutica hanno colto le opportunità legate alla maggiore richiesta di prodotti sanitari anti-Covid (inserendosi anche nella filiera della produzione di vaccini). Nel settore biomedicale invece l’incremento della domanda di presidi medici per contrastare la pandemia non ha controbilanciato il crollo della richiesta delle altre tipologie di prodotti. Nelle tlc, la domanda di connettività ha sostenuto le performance degli operatori nelle infrastrutture e/o nelle reti virtuali, mentre la pressione competitiva impatta le performance dei principali operatori telefonici.