“La perdita dell’udito transitoria, così come l’acufene (fischio nell’orecchio) e le vertigini possono essere sintomo sia di condizioni assolutamente benigne, come un abbassamento di pressione, ma ad oggi sappiamo che possono anche essere il sintomo precoce di alcune malattie del sistema nervoso centrale. Disturbi che possono essere causati da un problema all’interno dell’orecchio ma dipendere anche da un’infiammazione delle strutture deputate all’udito e all’equilibrio che si trovano nel cervello”. Lo afferma Arianna di Stadio, neuroscienziata dell’Università di Catania e ricercatore onorario presso il Laboratorio di Neuroinfiammazione del Ucl Queen Square Neurology di Londra, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Udito. “La sclerosi multipla, l’Alzheimer e alcune forme di demenza sono caratterizzate da fenomeni di neuroinfiammazione che può essere cronica e progressiva, come nel caso dell’Alzheimer, oppure intervallata da momenti di assoluta normalità e riattivazione di malattia come nella Sclerosi Multipla. Ad oggi sappiamo – continua l’esperta – che la neuroinfiammazione è un normale processo in alcune persone predisposte o in caso di malattie acquisite come ad esempio il COVID-19 ma può assumere un carattere negativo e determinare una serie di malattie del sistema nervoso.
C’è una grande attenzione alla perdita uditiva nei soggetti adulti con meno di 60 anni, poiché diversi studi clinici hanno dimostrato che c’è una co-esistenza tra questo disturbo e il decadimento delle funzioni cognitive. La perdita delle funzioni cognitive ha un grande impatto sociale, infatti i pazienti con demenza non solo vanno a carico dei loro familiari, ma necessitano talvolta un supporto di terzi con aumento della spesa sanitaria pubblica”. E aggiunge: “Come ho spiegato in un articolo recentemente pubblicato su Neurological Science non vi è solamente una coesistenza tra perdita dell’udito e demenza, ma che queste due condizioni hanno in comune sia degli aspetti di alterazioni anatomiche – come l’atrofia del cervello- sia una base di alterazione biologica. In entrambe le condizioni c’è una diffusa neuroinfiammazione nel cervello e questo ultimo punto è anche stato confermato da recenti studi condotti con il CNR di Roma”.
Secondo la neuroscienziata “la presenza dei disturbi dell’udito, e stavolta anche dell’equilibrio, che insorgono improvvisamente in un paziente giovane e apparentemente in buona salute, potrebbero essere la spia di problemi neurologici più importanti; quindi, sebbene alcuni sintomi che sono brevi, temporanei e che non si ripetono si possano trascurare, io consiglio sempre di prestare attenzione perché da studi che ho condotto e sto ancora conducendo con l’UCL di Londra, La Sapienza di Roma e la Wayne State University di Detroit, abbiamo scoperto che questi sintomi potrebbero indicare una patologia, come la Sclerosi Multipla, al suo esordio.
Lo studio pubblicato su Multiple Sclerosis and Related Disorders, ha evidenziato che la presenza del sintomo uditivo può essere collegata alla fase di riattivazione della Sclerosi, motivo per cui in presenza di questo problema specialmente nei pazienti che hanno già una diagnosi di questa malattia non vanno sottovalutati; in presenza di un ovattamento uditivo, di una vertigine che dura parecchi giorni, di un fischio all’orecchio continuo che non ha causa apparente (un concerto o la discoteca la sera precedente) il mio consiglio è di rivolgersi allo specialista per ulteriori accertamenti”.
Infatti, l’identificazione precoce di una fase di riattivazione della Sclerosi Multipla permette di iniziare tempestivamente un trattamento e il ridurre rischio di disabilità. “Diversi studi che ho condotto hanno evidenziato che l’orecchio potrebbe manifestare per primo i segni di alcune malattie del sistema nervoso, ma non solo; infatti, poiché l’orecchio è una struttura molto piccola, i fenomeni di infiammazione (o neuroinfiammazione) che avvengono qui possono determinare un sintomo, facilmente identificabile dal paziente, proprio perché in un piccolo ambiente tutto è amplificato. Quindi ascoltare l’orecchio è molto importante”, conclude Di Stadio.