
Quarantene con regole ad hoc nella scuola. La gestione sanitaria di casi di positività al Covid in ambito scolastico sta sempre più disorientando studenti e famiglie. La sovrapposizione di norme e chiarimenti dettati in rapida successione da un decreto legge (il dl 1/2022) e due circolari ministeriali (quella del 30 dicembre del ministero della salute e la successiva dell’8 gennaio che lo stesso dicastero ha emanato di concerto con quello dell’istruzione) ha infatti creato un intreccio di disposizioni contrastanti che può riassumersi così: la scuola ha regole proprie (e in generale più restrittive) sulle quarantene rispetto ai casi di contatti stretti in ambito extrascolastico. E non c’è per il momento nessun meccanismo premiale per i bambini della scuola primaria vaccinati (o guariti da meno di 120 giorni). A differenza di quanto accade nelle scuole medie e superiori, dove con due positivi in classe chi è vaccinato può continuare a frequentare in presenza, nelle primarie con due casi scatta la Dad e la quarantena per tutti. Indipendentemente dal vaccino o dalla guarigione. Tre esempi aiutano a capire la confusione con cui le famiglie devono quotidianamente confrontarsi.
Tre casi di contraddizione normativa. Quanto dura la quarantena per un vaccinato (o guarito) da più di 4 mesi in caso di contatto stretto con un positivo? Cinque giorni secondo le regole generali dettate dal ministero della salute con la circolare del 30 dicembre. Ma nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, se in classe ci sono due positivi in classe, la quarantena per gli alunni che abbiano completato il ciclo vaccinale (o che siano guariti dal Covid) da più di 120 giorni sale a 10 giorni. E cosa succede a un bambino con meno di 12 anni, già vaccinato con doppia dose, che entri in contatto stretto con un positivo, per esempio un familiare? Non andrà in quarantena ma solo in autosorveglianza per 5 giorni con obbligo di indossare la mascherina FFP2 per 10 giorni. In assenza di sintomi sarà quindi libero di circolare e non dovrà nemmeno effettuare il tampone alla fine del periodo. Tutto questo secondo la circolare Minsalute del 30 dicembre. Ma se lo stesso bambino in classe ha due compagni positivi scatterà la didattica a distanza per 10 giorni con obbligo di quarantena sempre per 10 giorni e test di uscita (tampone molecolare o antigenico) negativo. La circolare interministeriale del 8 gennaio stringe infatti le maglie delle restrizioni se i contagi avvengono a scuola. Contraddizioni normative che, spiegano al ministero della salute, si giustificano sulla base del fatto che la gestione sanitaria dei casi di positività in ambito scolastico ha regole proprie e più rigide rispetto a quelle dettate per tutti. Come dire, non sono le istruzioni a essere in contrasto tra loro ma alla base c’è una precisa scelta da parte del governo di dettare per la scuola norme più rigorose. Ma leggendo con attenzione le due circolari, sulle quarantene nelle scuole superiori i conti continuano a non tornare. Come detto, in caso di due positivi in classe la circolare dell’8 gennaio prevede, per i non vaccinati o per vaccinati e guariti da più di 120 giorni, la quarantena di 10 giorni con tampone alla fine. Se i casi sono tre o più, la circolare dell’8 gennaio fa scattare la Dad e per le indicazioni sanitarie rinvia alla nota del 30 dicembre. La quale però per vaccinati e guariti da più di 4 mesi riduce la quarantena a 5 giorni. Riassumendo: nelle superiori, un vaccinato o guarito da più di 4 mesi andrebbe incontro a una quarantena di 10 giorni se in classe ci sono due positivi, ma se i casi fossero tre o più la quarantena sarebbe di 5 giorni. In questo caso la mancanza di coordinamento tra le due circolari è evidente.
Le prospettive di riforma. Le regole cambieranno, ha assicurato il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, quando aumenteranno i vaccinati nella popolazione tra i 5 e gli 11 anni, fino ad oggi ancora troppo pochi. Se è vero infatti che al 18 gennaio avevano ricevuto la prima dose meno di 900 mila under 12 su un totale di 3,7 milioni (24%), la quota di bambini che hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose si ferma al 4,5% (166 mila su 3,7 milioni). Troppo poco, dicono al ministero della salute, per creare da subito un regime differenziato (o premiale) per i bambini vaccinati. In caso di contrasto tra le regole generali (che sulle quarantene premiano i vaccinati) e quelle scolastiche saranno le seconde a prevalere. Ma fino a quando le norme resteranno queste difficilmente la vaccinazione degli under 12 potrà decollare. Sotto i 12 anni infatti il green pass non viene richiesto e si può accedere a tutte la attività e i servizi indipendentemente dal proprio status vaccinale. Se anche la scuola non fa distinzioni, la vaccinazione dei bambini assomiglierà sempre più a un serpente che si mangia la coda.
Francesco Cerisano, ItaliaOggi