Le difficoltà dei centri urbani si confermano anche in estate. In sofferenza anche i comuni montani
Nel 2021 le grandi città e i comuni montani sono quelli che registrano le maggior perdite a livello di presenze turistiche. Lo rileva l’Istat in un report sul movimento turistico in Italia nei primi nove mesi dello scorso anno. La categoria “grandi città”, subisce la maggiore riduzione della domanda rispetto allo stesso periodo del 2019 (-71% contro -38,4% della media nazionale) ma recupera leggermente nel confronto con il 2020 (+3,0% le presenze).
Le difficoltà delle grandi città si confermano anche in estate, quando registrano una flessione delle presenze dei clienti residenti pari a circa -18% rispetto allo stesso trimestre del 2019.
Tra i territori più colpiti vi sono poi i comuni con un turismo a vocazione prevalentemente montana (-42,1%), a causa, della mancata stagione invernale.
Rispetto allo stesso periodo del 2019, cali più contenuti sono stati registrati dai comuni a vocazione lacuale (-21,8%) e dai comuni a vocazione marittima (-25,0%). I comuni a vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica registrano invece una flessione pari al 35% rispetto allo stesso periodo del 2019 e un recupero del 33,2% sul 2020.
Come nel 2020, anche nell’estate del 2021 la scelta degli italiani si è orientata verso destinazioni presumibilmente meno affollate, a discapito delle destinazioni estive più tradizionali. I comuni a vocazione marittima chiudono infatti il trimestre estivo con un -5,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019.