Il prossimo anno verranno spesi dagli otto maggiori gruppi media americani almeno 115 miliardi di dollari in nuovi film e show televisivi, in quella che appare sempre di più una guerra per la conquista dello streaming. Secondo Morgan Stanley, è probabile che gli investimenti di Disney nei contenuti in streaming cresceranno del 35-40% nel 2022. La spesa della società per tutti i nuovi film e programmi TV dovrebbe raggiungere i 23 miliardi di dollari, ma il numero sale a 33 miliardi di dollari se si includono i diritti sportivi. In crescita del 32% rispetto alla spesa totale per i contenuti nel 2021 e del 65% rispetto al 2020. E ancora Netflix (nella foto il ceo Reed Hastings) sembra avere in programma investimenti superiori ai 17 miliardi di dollari in contenuti il prossimo anno, con un aumento del 25% rispetto al 2021 e del 57% rispetto ai 10,8 miliardi di dollari spesi nel 2020. Probabilmente a dare la spinta agli investimenti sarà il timore, condiviso da tutte le big in gara, di incontrare difficoltà ad attirare nuovi clienti nel 2022 dopo la crescita del 2020 e del 2021 legata alla pandemia. Già negli ultime mesi la crescita degli abbonati ha subito rallentamenti che in molti hanno legato ai rallentamenti nelle produzioni causati anche dai per il covid. Ma non sarebbe tutto rose e fiori. Anzi. Questo lievitare di spese – che coinvolge tutta la filiera in un effetto domino – sta cominciando ad alimentare qualche dubbio negli investitori che hanno cominciato a chiedersi quanto lo streaming sia realmente un buon affare.