L’ultimo allarme della magistratura contro le nuove norme sulla presunzione di innocenza entrate in vigore all’inizio del mese e delle nuove regole previste dalla legge 134/2021 arriva da Tivoli
L’ultimo allarme della magistratura contro le nuove norme sulla presunzione di innocenza entrate in vigore all’inizio del mese – come recepimento tardivo di una direttiva europea – e delle nuove regole previste dalla legge 134/2021 arriva da Tivoli. Il procuratore della cittadina alle porte di Roma, Francesco Menditto, denuncia infatti un «difetto di coordinamento» contenuto nelle nuove norme, un «bug» che, pur se già segnalato dalla magistratura, esiste ancora e consentirebbe il ritorno in libertà di chi viene fermato in flagranza di reato, subito dopo il giudizio per direttissima e l’eventuale convalida dell’arresto. Con l’applicazione di questa nuova legge, e con un vizio di forma già segnalato dalla magistratura ma ad oggi tuttora esistente, gli individui che vengono arrestati possono essere subito liberati, con evidente rischio per le vittime e senso di inefficacia dei provvedimenti giudiziari.
Menditto in particolare ricorda come in questa ipotesi ricadano anche gli indagati – e in quanto tali presunti innocenti – per violenza contro le donne, anche quando pizzicati in flagrante a violare divieti di avvicinamento verso compagne o ex compagne. La denuncia del buco legislativo, in effetti, arriva in seguito a due esempi pratici: due fermi avvenuti a ridosso del Natale per mano dei carabinieri di Subiaco e di Monterotondo, e per i quali Menditto ha spiegato di non essersi «doverosamente» voluto limitare «ad applicare formalisticamente le norme». La prima di queste due vicende riguarda un romeno che, ad Arsoli, era tornato a casa dalla moglie il 23 dicembre nonostante un divieto di avvicinamento emesso proprio dai pm di Tivoli lo scorso ottobre, come misura cautelare in seguito a una indagine a suo carico per maltrattamenti. Il secondo, invece, è il caso di un italiano arrestato il 26 dicembre a Monterotondo mentre si trovava sotto casa della ex compagna, anche lui in violazione della misura del divieto di avvicinamento emessa dalla procura di Tivoli a ottobre scorso per stalking, e dopo aver fatto alla donna numerose telefonate minacciando di voler tornare da lei.
Il procuratore Menditto, per evitare effetti pregiudizievoli sulla capacità della risposta istituzionale a tutela delle donne vittime di violenza, ha richiesto l’immediato aggravamento della misura in atto, ottenendo dal tribunale di Tivoli istantanea risposta, ha disposto la stessa mattina in un caso gli arresti domiciliari, nell’altro la custodia in carcere.