Le proteine HAT (istonacetiltransferasi) potrebbero essere il ponte che collega il cancro, all’ictus, al morbo di Alzheimer, alla sordità e ad altre patologie.
A rilevarlo, i ricercatori del Centro nazionale spagnolo per la ricerca sul cancro (CNIO) e dell’Istituto per la ricerca in biomedicina (IRB Barcelona) la cui scoperta è stata pubblicata questa settimana sulla rivista PNAS dell’Accademia Nazionale delle Scienze. Gli esperti rivelano la funzione delle proteine HAT, che fungono da porte per l’ingresso e l’uscita cellulare degli amminoacidi. Usando la microscopia crioelettronica, hanno scoperto i meccanismi con cui alcune proteine HAT trasportano determinati amminoacidi e non altri. Questi risultati aiutano a capire perché proteine HAT distinte partecipano a malattie specifiche come il cancro in alcuni casi o malattie neurologiche come ictus, morbo di Alzheimer e sordità in altri. Le proteine che appartengono alla famiglia HAT sono essenziali poiché trasportano gli amminoacidi attraverso la membrana cellulare. Sebbene i membri di questa famiglia siano praticamente identici, alcuni trasportano determinati amminoacidi e non altri. Questa specializzazione determina il loro coinvolgimento in funzioni specifiche, come la crescita cellulare o le funzioni neuronali, e di conseguenza in malattie correlate come il cancro o condizioni neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.
Grazie alle ultime tecnologie strutturali ad alta risoluzione come la microscopia crioelettronica, combinate con la modellazione computazionale e la progettazione di mutanti di queste proteine, i ricercatori sono stati in grado di osservare la struttura di uno dei membri di questa famiglia di proteine in dettaglio atomico e decifrarne la funzione.
I risultati dello studio mostrano come solo pochi residui, localizzati in regioni definite, di questa famiglia di proteine selezionano gli amminoacidi specifici a cui si legano e sono quindi responsabili della partecipazione della proteina a specifiche funzioni fisiologiche. I ricercatori affrontano ora la sfida di trovare nuove terapie e strumenti diagnostici per malattie che coinvolgono la famiglia di proteine trasportatrici HAT, con un particolare interesse per quelle condizioni che pongono seri problemi di salute, come il cancro e i disturbi neurodegenerativi come Il morbo di Alzheimer.