È tutto pronto a Vicenza per il Vicenzaoro January, il salone internazionale del gioiello che raccoglie tutta la filiera dell’eccellenza orafa e gioielliera internazionale, organizzato da Italian Exhibition Group (Ieg) dal 21 al 26 gennaio 2022. Con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’Agenzia Ice, la manifestazione accoglierà visitatori, espositori, buyer e operatori provenienti da diversi Paesi del mondo, in particolare da Europa e Middle-East. In contemporanea, le tecnologie e le innovazioni di processo torneranno sempre più centrali e protagoniste con T.Gold, fiera per i macchinari e le tecnologie avanzate per i processi di progettazione e realizzazione del gioiello, organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana di Fabbricanti ed Esportatori di Macchine Orafe. Dal 22 al 24 gennaio si terrà inoltre VO Vintage, l’appuntamento dedicato all’orologeria e la gioielleria vintage di pregio aperto al pubblico di appassionati e collezionisti, che per questa edizione ospiterà anche una selezione di marchi di orologeria contemporanea e di grande potenziale. Infine, grazie al Comune di Vicenza, la kermesse risuonerà anche nelle vie della splendida città veneta con VIOFF, il fuori fiera di Vicenzaoro, giunto alla sua settima edizione, che “proporrà una coinvolgente offerta artistica e di intrattenimento per un mix virtuoso fra business, cultura, musica e piacere di sapori italiani”. Sulla base delle elaborazioni effettuate per Federorafi dal Centro Studi di Confindustria Moda su dati Istat, da gennaio a luglio 2021 il commercio con l’estero del settore orafoargentiero-gioielliero ha confermato un’evoluzione favorevole. Più in particolare, da gennaio a luglio 2021 le esportazioni hanno messo a segno un incremento del +83,2% per un totale di 4,45 miliardi di euro.
“Rispetto ai livelli pre Covid-19 e, quindi, rispetto al gennaio-luglio 2019 – si legge nella nota di Federorafi -, molti dei suddetti Paesi mostrano di aver ripianato il contraccolpo dello scorso anno, mentre altri non hanno ancora recuperato del tutto il gap. In particolare, l’export di Stati Uniti ed Emirati Arabi Uniti segna un incremento rispettivamente del +66,7% e del +7,7% rispetto al corrispondente periodo del 2019. Relativamente a Cina-Hong Kong, la crescita cinese si traduce in aumento di circa 29,1 milioni di euro rispetto al gennaio-luglio 2019; pur significativa, non compensa, tuttavia, le perdite di Hong Kong, come anticipato, inferiori di 122,4 milioni rispetto ai primi sette mesi del 2019”.