La malattia da nuovo coronavirus potrebbe essere associata anche a una serie di disturbi del sonno, affaticamento e complicazioni psichiatriche. Questi, in estrema sintesi, sono i risultati di uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Network Open, condotto dagli scienziati dell’Università di Manchester, che hanno valutato il rischio di malattie psichiatriche sviluppate nei cinque anni precedenti all’infezione da SARS-CoV-2 e la probabilità che pazienti con morbilità psichiatriche sviluppassero i sintomi della malattia. Il team, guidato da Matthias Pierce, ha utilizzato il Clinical Practice Research Datalink Aurum, un database delle cure primarie del Regno Unito. In totale, sono stati considerati i dati relativi a 11.923.499 individui di età pari o superiore ai 16 anni, che sono stati seguiti dal 1 febbraio al 9 dicembre 2020. I ricercatori hanno identificato i partecipanti risultati positivi a Covid-19 a seguito di un test PCR e stimato l’incidenza di disturbi psichiatrici come depressione, ansia, psicosi o autolesionismo, problemi di sonno e affaticamento. I modelli sono stati poi regolati in base ai parametri di comorbilità, etnia, fumo e indice di massa corporea. Stando ai dati del gruppo di ricerca, 232.780 individui sono risultati positivi a SARS-CoV-2 (pari a circa il 2 per cento del campione). Le statistiche hanno evidenziato un’associazione positiva tra l’infezione da SARS-CoV-2 e l’insorgenza di sintomi psichiatrici. “Gli individui con risultati positivi al test per Covid-19 – scrivono gli autori – avevano maggiori probabilità di aver sofferto di disturbi psichiatrici, affaticamento o problemi di sonno nei cinque anni precedenti”. Nello specifico, riportano gli esperti, il 16,6 per cento delle persone positive all’infezione avevano manifestato depressione, contro il 13,7 dei partecipanti che non avevano contratto Covid-19. Per l’ansia le percentuali di insorgenza erano del 13,4 per cento tra chi aveva avuto l’infezione e del 10,9 per cento tra coloro che erano risultati negativi al test PCR. I numeri di disturbi dell’alimentazione erano rispettivamente 0,6 e 0,4 per cento tra positivi e negativi al test per Covid-19. I disturbi del sonno colpivano il 7,2 per cento dei pazienti Covid-19 e il 5,7 per cento dei soggetti sani. “Il nostro lavoro – concludono gli scienziati – suggerisce che SARS-CoV-2 è stato associato ad un aumento del rischio di affaticamento e problemi di sonno. Sembra che esista inoltre una correlazione tra i disturbi psichiatrici e la malattia da nuovo coronavirus. Considerati alcuni dei limiti di questo studio, però, saranno necessari ulteriori approfondimenti per comprendere appieno il legame tra Covid-19 e le morbilità psichiatriche”.