
Secondo il presidente Aie, Ricardo Franco Levi (nella foto), per arginare il periodo di crisi che sta investendo il paese bisognerebbe riapplicare il credito d’imposta sulla carta per la produzione di libri, così da recuperare le forniture che nelle quantità attuali stanno pesando alle case editrici.
“Negli ultimi sei mesi – dice Ricardo Franco Levi -, a fronte di una domanda di libri in crescita nel Paese, l’industria editoriale ha fronteggiato e fronteggia tutt’ora criticità nella fornitura di carta – e più in generale di tutto ciò che attiene alla stampa dei libri, come il costo dell’inchiostro, dei trasporti, dell’energia – che rischiano di danneggiare l’equilibrio economico delle case editrici e, in alcuni casi, di rendere impossibile la stampa e la messa in vendita nelle librerie delle novità e di eventuali ristampe”.
Anche se gli aumenti si diversificano in base alla tipologia delle case editrici, al periodo in cui i contratti di fornitura sono stati firmati, alla tipologia di carta utilizzata, l’incremento su base annua risulta comunque essere superiore al 20% per la carta uso mano – ovvero la carta non patinata – e fino al 50% per le carte più pregiate, patinate e cartoncini. “Con una particolare attenzione agli editori scolastici, soggetti a tetti di spesa imposti per legge, sono numeri critici per tutti gli editori che non vogliono far ricadere sui lettori l’aumento dei costi” ha spiegato Levi.
Secondol’Istat,in Italia nel 2019 sono stati stampati circa 192milioni di testi, e il consumo di carta per la stampa di libri è risultato essere intorno alle 96mila tonnellate annue a detta dell’associazione Assocarta. In passato gli editori di libri hanno usufruito del credito d’imposta per l’acquisto della carta (art. 4, commi 181-186, L. 350/ 2003). “Di recente tale misura è stata riattivata, per il 2020 e il 2021, con il “Decreto Rilancio”, ma escludendo le imprese librarie – termina Levi -. Sarebbe importante, in questo momento di difficoltà, riattivare la misura con uno strumento analogo”.