Il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) ha approvato il resoconto intermedio consolidato al 30 settembre 2021.
I risultati dei primi nove mesi del 2021 confermano la capacità di Intesa Sanpaolo di affrontare efficacemente la complessità del contesto pandemico e hanno portato a conseguire già i 4 miliardi di euro di utile netto minimo previsto per l’intero 2021.
I risultati riflettonola redditività sostenibile, che deriva dalla solidità della base patrimoniale e della posizione di liquidità, dal modello di business resiliente e ben diversificato, dalla flessibilità strategica nella gestione dei costi operativi e dalla qualità dell’attivo di Intesa Sanpaolo, caratteristiche che hanno permesso di mitigare efficacemente l’impatto nello scenario avverso dello stress test EBA/BCE 2021 e che si traducono in un basso profilo di rischio a presidio del supporto del Gruppo all’Italia, anche con l’impegno a diventare un punto di riferimento in termini di sostenibilità e responsabilità sociale e culturale.
La generazione di valore per tutti gli stakeholder verrà accresciuta dalle sinergie previste per oltre un miliardo di euro derivanti dalla fusione di UBI Banca realizzata con successo senza costi sociali e dagli oltre 6 miliardi di euro nel 2020 e quasi 500 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021,a valere sull’utile ante imposte, che il Gruppo ha destinato all’ulteriore rafforzamento della sostenibilità dei risultati.
Le tendenze del nuovo contesto trovano Intesa Sanpaolo preparata grazie ai vantaggi competitivi del Gruppo:
– aumento della domanda di protezione della salute, del risparmio e delle attività economiche delle aziende: leadership di Intesa Sanpaolo nel Wealth Management & Protection;
– maggior grado di rischio: efficace gestione proattiva del credito (Pulse) e partnership strategiche del Gruppo con primari operatori industriali attivi nella gestione dei crediti deteriorati; per il secondo anno consecutivo, primo posto tra le grandi aziende italiane nella competizione “Cyber Resilience amid a Global Pandemic”, organizzata da AIPSA (Associazione Italiana Professionisti Security Aziendale);
– digitalizzazione della clientela: posizionamento ai vertici in Europa per funzionalità di mobile app e forte proposta digitale del Gruppo, con circa 12,5 milioni di clienti multicanale e circa 7,8 milioni di clienti che usano l’App di Intesa Sanpaolo, e partnership strategica con Nexi nei sistemi di pagamento (partecipazione nel capitale di Nexi);
– digitalizzazione dell’operatività della Banca: abilitate circa 78.000 persone del Gruppo allo smartworking e implementata con successo l’evoluzione verso un modello distributivo “light”, conampio spazio per un’ulteriore riduzione del numero di filiali a seguito dell’acquisizione di UBI Banca, della partnership strategica Banca 5 – SisalPay (Mooney) e del cambiamento indotto da COVID-19 nei comportamenti dei clienti, la maggioranza dei quali continuerà a essere servita dal Gruppo tramite i canali alternativi di elevata qualità;
– crescente importanza della sostenibilità e della responsabilità sociale (ESG): Intesa Sanpaolo è l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices e nel 2021 “Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index” di Corporate Knights,si classifica prima tra le banche europee in tre delle principali valutazioni internazionali ESG, MSCI, Sustainalytics e Bloomberg ESG Disclosure Score, è anche inclusa dal lancio a ottobre 2021 nell’indice MIB ESG di Euronext e Borsa Italiana; inoltre, Intesa Sanpaolo è inserita nell’indice riguardante la parità di genere Bloomberg Gender-Equality Index (GEI), registrando per il 2021 un punteggio ampiamente superiore alla media del settore finanziario a livello mondiale e delle società italiane, e – unica banca italiana – nel Diversity & Inclusion Index di Refinitiv, che seleziona le 100 migliori aziende quotate a livello mondiale per diversità e inclusione;Intesa Sanpaolo si è impegnata a un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 – per le proprie, per i portafogli prestiti e investimenti e per l’asset management – e ha aderito alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA) e, tramite le controllate Eurizon Capital SGR, Fideuram Asset Management SGR e Fideuram Asset Management Ireland, alla Net Zero Asset Managers Initiative (NZAMI).
Nei primi nove mesi del 2021, per il Gruppo si registra:
● utile netto pari a 4.006 milioni di euro, in crescita del 28,7%.
● risultato corrente lordo in aumento del 15,6%, rispetto ai primi nove mesi 2020;
● risultato della gestione operativa in crescita del 9,8% rispetto ai primi nove mesi 2020;
● proventi operativi netti in aumento del 3,4% rispetto ai primi nove mesi 2020, con commissioni nette salite dell’ 11,5%;
● costi operativi in diminuzione del 2,3% rispetto ai primi nove mesi 2020;
● elevata efficienza, con un cost/income al 50,1% nei primi nove mesi 2021, tra i migliori nell’ambito delle maggiori banche europee;
● costo del rischio dei primi nove mesi 2021 annualizzato sceso a 44 centesimi di punto (34 centesimi di punto se si esclude lo stanziamento riguardante specifici portafogli per accelerare la riduzione dei crediti deteriorati), con rettifiche di valore nette su crediti prudenzialmente ancora basate sullo scenario macroeconomico di dicembre 2020 e che non tengono quindi conto del miglioramento dello scenario dei primi nove mesi 2021, rispetto ai 48 dell’intero anno 2020 escludendo l’impatto delle rettifiche per i futuri impatti di COVID-19 (pari a 49 centesimi di punto);
● miglioramento della qualità del credito:
– riduzione dei crediti deteriorati,al lordo delle rettifiche di valore, di circa 47 miliardi dal picco di settembre 2015 e di circa 34 miliardi dal dicembre 2017 superando in anticipo, per circa 8 miliardi, l’obiettivo di riduzione pari a circa 26 miliardi previsto per l’intero quadriennio del Piano di Impresa 2018-2021;
– lo stock di crediti deteriorati scende a settembre 2021, rispetto a dicembre 2020, del 12,6% al lordo delle rettifiche di valore e del 14,9% al netto;
– l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi a settembre 2021 è stata pari al 3,8% al lordo delle rettifiche di valore e al 2% al netto (°).Considerando la metodologia adottata dall’EBA, l’incidenza dei crediti deteriorati è risultata pari al 2,9% al lordo delle rettifiche di valore e all’ 1,5% al netto;
● elevati livelli di copertura dei crediti deteriorati:
– livello di copertura specifica dei crediti deteriorati al 49,9% a fine settembre 2021, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 60,7%;
– robusto buffer di riserva sui crediti in bonis,pari allo 0,6% a fine settembre 2021;
● patrimonializzazione molto solida, con coefficienti patrimoniali su livelli largamente superiori ai requisiti normativi. Al 30 settembre 2021, deducendo dal capitale 1.932 milioni di euro di riserve distribuite a ottobre 2021 (·) e 2.804 milioni di euro di dividendi maturati nei primi nove mesi del 2021 (di cui 1.401 milioni deliberati come acconto dividendi in pagamento il 24 novembre 2021), ilCommon Equity Tier 1 ratiocalcolatoapplicandoi criteri transitori in vigore per il 2021 è risultato pari al 14,3% (8) (9), il Common Equity Tier 1 ratio a regime al 13,8% (8) (10) e il Common Equity Tier 1 ratio pro-forma a regime al 15,1% (8) (*), livello top tra le maggiori banche europee, rispetto a un requisito SREP da rispettare nel 2021 – comprensivo di Capital Conservation Buffer, O-SII Buffer e Countercyclical Capital Buffer (**) – pari all’ 8,64% (***). Nello scenario avverso dello stress test EBA/BCE 2021, al 2023 il Common Equity Tier1 ratio fully loaded – calcolato sulla base dei dati di bilancio al 31 dicembre 2020 – è risultato pari al 9,38%. Il ratio sarebbe risultato 9,97% ripristinando la neutralità che si registra in realtà per i capital ratios in relazione al Piano di Incentivazione a Lungo Termine 2018-2021 LECOIP 2.0 basato su strumenti finanziari (non colta dall’assunzione di bilancio statico dello stress test) e considerando le operazioni di cessione di rami di attività – connesse all’acquisizione di UBI Banca nel 2020 – perfezionate nel primo semestre 2021, a parità di altre condizioni; sarebbe risultato 11,5% calcolato su base pro-forma.