(di Tiziano Rapanà) Non ho dedicato una frase al risultato delle elezioni amministrative. Ho preferito praticare il silenzio, anziché salire sul carro del narcisismo. Le tanti analisi lette frutto di personalità egoriferite dicono tutto e il suo contrario: meglio soprassedere e pensare ad altro. Purtroppo tutti vogliono comunicare la loro riflessione sulla situazione politica attuale. Anche Vasco Rossi ha detto la sua. Il cantautore non ha superato il recinto della banalità e ha espresso un pensiero che ha l’odore sgradevole del già sentito. Anche il suo ultimo singolo, Siamo qui, che preannuncia l’imminente arrivo del nuovo album, resta ben saldo nei confini della prevedibilità. Esistono e resistono, ringraziando Dio, gli outsider. Uno su tutti, Sergio Caputo. É lo strano caso di un artista che migliora con il tempo. Oggi le sue canzoni hanno un suono più interessante rispetto alle storiche versioni, legate all’arrangiamento tipico degli anni ottanta. Ascoltate le reincisioni dei classici del repertorio. Date un’occhiata alla nuova versione del disco Un sabato Italiano, che ha celebrato i trent’anni dell’album. Caputo ha un’energia che spazza via il male dei talent. Da poco è uscito un lavoro discografico, Gossip, che fa del minimalismo la chiave del suo genio. Caputo in trio (con lui alla chitarra, Fabiola Torresi al basso e Alessandro Marzi alla batteria) fa faville. Il lavoro ha un grande difetto: dura poco. Propone cinque canzoni, a malapena venti minuti. Non è Herbie Hancock che, con le sue sole quattro canzoni del disco Head Hunters, superò il traguardo dei quaranta minuti. Dopotutto Caputo non è tipo da costruire canzoni, espressioni di un esagerato solipsismo musicale: ama comunicare, raccontare mondi paradossali che irridono la realtà. Il mondo di Gossip non è malinconico né rievocativo. Caputo ricanta, e soprattutto risuona, alcuni dei suoi classici con una sapienza che non tradisce il quadro della prima incisione e con la volontà di volere rompere il muro del revival. I quattro pezzi storici (Un sabato italiano, Hemingway Caffè latino, Metamorfosi e Amore all’estero) ormai riesco ad ascoltarli solo in questa inedita e piacevole riscrittura sonora. L’inedito Gossip è un pezzo orecchiabile e si fa ricordare. Manca, altra grave pecca dell’album, la mia canzone prediletta del repertorio caputiano: ossia la leggendaria Trio vocale militare, degna di ricevere un adattamento cinematografico a opera di un grande genio hollywoodiano.