(di Tiziano Rapanà) Si parla ancora di Barbara Palombelli e delle sue dichiarazioni sul femminicidio, che hanno aperto una puntata dello Sportello di Forum, in onda su Rete 4: “Negli ultimi sette giorni sono state uccise sette donne. A volte è lecito domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa o c’è stato un comportamento anche esasperante o aggressivo dall’altra parte? In un tribunale queste domande bisogna farsele”. Le polemiche continuano ad abbondare, la conduttrice ha chiarito e giustamente ha annunciato querele. Sul web, molti si sono espressi in maniera inqualificabile. Forum ė un programma che non va oltre la semplificazione dei problemi del quotidiano, quello ė il tono e Palombelli lo ha rispettato. Ma che la vita sia piena di sfumature lo capirebbe anche un bambino. Ed è questo il senso del pensiero della giornalista. Ognuno ha la sua ideologia, costruisce il suo tempio sacro e si genuflette al dio che ha scelto di venerare. Per alcuni ė Yahweh, per altri Carla Lonzi. Provo un profondo rispetto per gli innamorati delle ideologie. Ma trovo ingiusto il feroce accanimento contro il pensiero della Palombelli. L’esistenza vera è altra cosa dalla visione settaria e manichea proposta dalle dottrine. Purtroppo, anche in questo caso, nessuno ha intrapreso la tortuosa via che porta alla complessità del ragionamento. Gli odiatori professionisti hanno scritto bestialità di carattere diffamatorio, ma non si sono presi la briga di riflettere e rispondere con un tono proteso al dibattito pacifico. I più rispettosi non sono usciti fuori dal recinto della retorica, che fa male alle vittime e alla giustizia. I social network ottundono la voglia di pensare. Fate come me: non li frequentate. Passate il vostro tempo in maniera più proficua. Leggete un libro, consegnatevi alla letteratura di valore. Basta Facebook, leggete le bricconate combinate da Ernesto: è il furbo protagonista dell’ultimo lavoro incompiuto del grande Umberto Saba.