Torna il Festival del giornalismo alimentare

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Il mondo del cibo che guarda alla ripartenza. E’ il tema della sesta edizione del Festival del giornalismo alimentare, che si terrà a Torino il 27 e 28 settembre. Sono 30 i panel di lavoro e circa 120 i relatori. “Mai come quest’anno – ha spiegato il direttore Massimiliano Borgia – il Festival sarà ricco di spunti e approfondimenti di interesse per la platea di addetti ai lavori, dai giornalisti ai blogger, dai comunicatori enogastronomici alle aziende alimentari, così come per le istituzioni e per i cittadini particolarmente sensibili al tema”. Al centro del dibattito, analisi, ricerche commissionate per l’occasione e racconti di esperienze dirette sul tema della cibo dopo la pandemia. Ma anche l’informazione sulla ricerca scientifica e sulla salute in ambito alimentare e le tendenze di consumo che si stabilizzeranno dopo il periodo di emergenza sanitaria. Sono numerose le ricerche che saranno presentate durante la due giorni al Circolo dei Lettori: strumenti utili ad analizzare cambiamenti e reazioni di tutto il mondo food durante il periodo della pandemia e ipotizzare gli scenari futuri di un settore in costante divenire.  “Non solo ricerche e report – aggiunge il direttore del Festival – ma anche dibattiti sui temi più caldi dell’attualità, come il panel sugli sprechi del cibo, argomento delicato per cui il Festival si è speso fin dalla prima edizione, la transizione ecologica dal punto di vista alimentare, l’innovazione green in agricoltura, le politiche locali del cibo in Italia e tutti gli aspetti agroalimentari del Recovery Plan”. Tra i temi di attualità, spicca anche il ruolo della FAO, attraverso il faccia a faccia con il vicedirettore dell’Organizzazione Maurizio Martina. Non mancheranno focus su prodotti di punta dell’enogastronomia italiana come il riso e il vino, ma anche frutta e verdura, alle prese con le sfide dell’innovazione sostenibile e dei cambiamenti climatici. Grande spazio, poi, alle tematiche legate alle professioni della comunicazione del cibo. A cominciare dalle guide gastronomiche, che nelle loro recensioni dovranno sempre più dare spazio alla sostenibilità, alla salute e ai diritti dei lavoratori, per passare ai mestieri del comunicatore e dell’ufficio stampa, ulteriormente cambiati dopo la pandemia. Verrà anche fatto il punto sulla candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco, mentre i professionisti della Rete del Festival dialogheranno sul loro ruolo e sulle prospettive future.