Unicredit (in foto l’amministratore delegato di Mps, Guido Bastianini) entra nella virtual data room di Mps, iniziando così la due diligence sulla banca senese che nei prossimi 40 giorni servirà a verificare la fattibilità di un’intesa con il Tesoro per rilevare – come ha commentato Unicredit – un “perimetro selezionato” del Monte, relativo alle sole “attività commerciali” e ripulito da rischi legali e crediti deteriorati.
L’avvio dei lavori avverrà sotto l’occhio di sindacati e della politica, specialmente locale, tutti preoccupati per le ricadute, specialmente nella città del Palio, di un’operazione che rischia di cancellare un’antichissima banca, non solo nazionale ma mondiale.
“La nostra può essere una banca che magari si ridimensiona o magari trova una partnership da pari a pari con qualche altro soggetto bancario, ma non c’è fretta di svenderla. Possiamo parlarne e trovare una sinergia insieme. È questo che mi aspetto dal ministero del Tesoro”, ha detto Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, mentre dal Comune di Siena – dove domani il sindaco terrà una conferenza stampa – riecheggia “grandissima preoccupazione”. Difatti, tra i primi dilemmi c’è infatti quello della direzione generale di Siena, di cui Unicredit, interessata alla struttura commerciale, non ha bisogno.
“Siamo davanti a un disastro targato Pd che sta riuscendo a distruggere la banca più vecchia del mondo: privato sì ma non così, a spese dello Stato. Ora tutelare il marchio e l’occupazione, con una banca dei territori”, sostiene il leader della Lega Matteo Salvini. Le file del partito del rinvio sono stipate e trasversali: “vendere a pochi mesi dalla deadline prevista dalla Commissione europea, vuol dire rassegnarsi alla svendita”, dice Stefano Fassina di Leu. Gli europarlamentari Raffaele Fitto e Carlo Fidanza (FdI) hanno presentato una interrogazione urgente alla Commissione per chiedere una proroga. Senza il “blocco dei 6000 esuberi” e il “mantenimento” del marchio Mps “è giusto” un rinvio, afferma il sottosegretario al Mef della Lega, Claudio Durigon. Di “evidenti criticità” parla Michele Gubitosa (M5S): “quello che il Governo dovrebbe fare è chiedere più tempo”.
“Abbiamo il grande privilegio di poter contare su una persona come il Presidente del Consiglio Mario Draghi che è l’uomo giusto”, commenta infine il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Mariastella Gelmini.