
L’’Emilia Romagna (nella foto, il presidente Stefano Bonaccini) sarà, nel 2021, la prima regione italiana per crescita con una variazione del pil del 6 per cento rispetto all’anno precedente (+5,3 per cento l’aumento previsto a livello nazionale). Un trend positivo che si confermerà nel 2022 con un ulteriore incremento del 4,2 per cento: è quanto emerge dall’elaborazione realizzata da Unioncamere regionale sui dati Prometeia. A fine 2022 l’Emilia Romagna non solo avrà recuperato completamente i livelli pre-pandemia, emerge dallo studio, ma segnerà una crescita del pil dello 0,4 per cento rispetto al 2019, a fronte di un dato nazionale ancora in fase di recupero (-0,2 per cento la variazione 2022 rispetto al 2019). A fare da traino è il settore industriale, previsto in crescita nel 2021 del 10,6 per cento. Si consolida quindi, spiega Unioncamere Emilia Romagna, l’importanza dell’industria: la sua incidenza sul valore aggiunto regionale supera il 28 per cento (seconda regione preceduta solamente dalla Basilicata) contro una media nazionale che non raggiunge il 20 per cento. A svilupparsi di più nel corso del 2021 sarà il comparto delle costruzioni per il quale si attende una variazione positiva del 17,4 per cento stimolata dagli incentivi che interessano l’edilizia. La ripartenza sembra essere più lenta per il terziario: nel 2021 la crescita del valore aggiunto sarà del 3,9 per cento, per consolidarsi nel corso del 2022, +4,4 per cento. Il settore dei servizi dovrà, secondo l’analisi, attendere il 2023 per recuperare quanto perso per la pandemia.