“Nel 2020 l’economia regionale ha risentito fortemente degli effetti delle misure di contenimento della pandemia. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) elaborato dalla Banca d’Italia, il Pil sarebbe diminuito dell’8,9 per cento, in linea con il resto del Paese. Il calo del prodotto sarebbe stato leggermente più intenso della media nazionale nella prima parte dell’anno e avrebbe invece mostrato una dinamica meno negativa nel secondo semestre”. A dirlo è il rapporto sull’economia del Veneto presentato dalla Banca d’Italia. “La produzione industriale regionale si è significativamente ridotta rispetto all’anno precedente, nonostante un vivace, seppure parziale, recupero nei mesi estivi – prosegue la relazione – Anche il fatturato e, soprattutto, gli investimenti delle imprese industriali si sono contratti. Per il 2021 le imprese prevedono un parziale recupero delle vendite e dell’accumulazione di capitale”. Nel dettaglio il settore dei servizi ha risentito in misura ancora più intensa dell’industria dell’emergenza sanitaria, in particolare il turismo, il commercio non alimentare e la cultura. “Le presenze turistiche nelle strutture ricettive della regione si sono più che dimezzate rispetto al 2019. I cali più intensi si sono verificati nelle città d’arte, nelle località termali e per i visitatori stranieri” si legge nel rapporto. L’effetto di tali contrazioni è che risulta accresciuta “l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta, ma solo una quota di queste ha beneficiato delle misure per i nuclei in condizione di disagio economico”.