Gli effetti della pandemia si sono fatti sentire anche sull’export italiano. È quanto emerge dall’analisi dei risultati dell’indagine realizzata dall’Eurispes. Il 2020, per tanto riguarda le esportazioni dal nostro Paese, si è chiuso con un calo del 9,7%. Stando ai dati del Rapporto Export 2020 di CDP, i settori che hanno subìto le perdite maggiori sono stati i prodotti petroliferi raffinati, il cui export è crollato del 42,1%; seguono gli articoli in pelle -20,8% e macchinari e apparecchi -12,6%. Gli unici settori che hanno fatto registrare un contenuto incremento sono stati gli articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+3,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+1,9%). Nel periodo gennaio-settembre 2020 la perdita più marcata si è verificata nelle Isole (-28,2%); seguono il Nord-Ovest (-14%), il Centro (-11,8%), il Nord-Est (-10,4%) e il Sud (-10,1%). Su base annua è aumentato l’export verso Cina (+18,3%), Regno Unito (+12,5%), Germania (+7,7%) e Stati Uniti (+7,9%); è diminuito verso i paesi Opec (-13,1%), il Giappone (-9,7%) e la Spagna (-2,7%). L’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane aveva stimato uncalo dell’export italiano di circa il 12% nel 2020 per poi recuperare nel 2021 e nel 2022 crescendo rispettivamente del 7,4% e del 5,2%.