Nel 2020 il monte compensi dei vertici delle 27 società industriali e dei servizi del Ftse Mib è sceso di oltre 21 milioni, pari al 17%, raggiungendo i 102,5 milioni. A sottolinearlo un’analisi di Mediobanca sull’impatto del Covid su queste società; il report evidenzia anche come il calo sia di oltre tre volte più pesante rispetto a quello del costo del lavoro complessivo (-5%). Il peso della componente fissa della remunerazione è salito al 41% dal 37% nel 2019. Lo stipendio medio di una figura apicale è stato pari a 2.056.600 euro lordi nel 2020 (di cui 834.100 euro la quota fissa e 1.222.500 la quota variabile), oltre 36 volte il costo medio del lavoro (56.900 euro). Occorrono quindi 36 anni a un lavoratore «medio» per guadagnare quanto un suo «apicale» nel 2020. Sul fronte dell’età, nel 2021 la media degli apicali nei cda è di 60 anni; il 14% delle posizioni di comando è ricoperto da manager stranieri e le donne al vertice sono più giovani dei colleghi maschi, con una media di 54,9 anni. Il compenso medio delle figure di comando cresce con la capitalizzazione delle società gestite: va da un minimo di 1.227.600 per gli apicali di società con capitalizzazione inferiore ai 5 miliardi fino ai 5.145.500 per gli apicali di società con capitalizzazione maggiore di 20 miliardi. La remunerazione media di un presidente donna, evidenzia lo studio, è inferiore del 16,8% a quella di un presidente uomo.