La pandemia ha modificato radicalmente il modo di vivere e lavorare. Nel giro di un anno i numeri dello smart working sono aumentati esponenzialmente: se nel 2019 gli italiani che operavano da remoto erano circa 570mila (Fonte Politecnico di Milano), ad aprile 2021 hanno superato la quota di 7,5 milioni, pari a un terzo degli occupati. Una crescita di oltre 13 volte.
Ma qual è l’opinione degli italiani e dei lavoratori?
Per rispondere a questa domanda, Intwig, agenzia di analisi dati con sede a Bergamo, ha condotto una ricerca coinvolgendo 3.000 cittadini dai 18 ai 75 anni. Dall’indagine emerge che il 45% degli intervistati valuta lo smart working molto positivamente e il 32% in maniera abbastanza positiva: un totale di 77% di giudizi positivi a cui fanno da contraltare il 20% di valutazioni negative. In particolare, ad apprezzare la possibilità di svolgere il proprio lavoro in una sede diversa da quella dell’azienda sono soprattutto le donne e i giovani e, in generale, le persone che si si trovano in una condizione socioeconomica più elevata. Secondo i dati Intwig, inoltre, per il 41% degli intervistati lo smart working contribuisce a migliorare la qualità del lavoro. Tra le ragioni che portano a preferire il lavoro da remoto: il tempo risparmiato negli spostamenti.
Per quanto riguarda le aspettative, l’82% si aspetta che tra 5 anni lo smart working rimarrà come modalità lavorativa. Di questi, il 49% ritiene che in futuro si lavorerà più da remoto che in ufficio, mentre il 28% pensa che prevarrà la presenza in sede.
Idealmente, il 27% degli intervistati lavorerebbe da remoto 3 giorni a settimana, il 23% due giorni, mentre il 21% sarebbe disposto a stare smart working per l’intera settimana lavorativa. Altro dato interessante: il 24% di coloro che attualmente non possono svolgere il proprio lavoro interamente da remoto sarebbe disposto a guadagnare di meno per uno smart working di 5 giorni a settimana.
Secondo Intwig inoltre i livelli attuali di smart working hanno tolto dalla circolazione circa 5 milioni di auto, un traffico privato radicalmente ridimensionato, con effetti molto positivi sulle emissioni.
Aldo Cristadoro, Amministratore Delegato Intwig: “La pandemia ha accelerato un processo che era già iniziato tempo prima, permettendo a milioni di persone di svolgere il proprio lavoro da casa – commenta Aldo Cristadoro, Ad Intwig – È evidente che questa tendenza proseguirà anche dopo l’emergenza. Per trarre i maggiori benefici, sarà però necessario ripensare il modello aziendale e cambiare la concezione degli spazi, progettando degli uffici che siano sempre più luoghi da condividere”.