Irresistibile simbolo del sesso, la Bardot è stata l’antagonista europea di Marilyn Monroe. Era seducente come nessun’altra, ma allo stesso tempo semplice e conquistabile come la ragazza della porta accanto. Bellissima e ingenuamente provocante
(di Cesare Lanza per LaVerità) I miei ricordi su Brigitte Bardot risalgono alle sue prime apparizioni nel cinema, in particolare al film Piace a troppi (Et Dieu crea lafemme), che lanciò BB a livello internazionale come un irresistibile simbolo del sesso. Con lei diventarono famosi anche Jean-Louis Trintignant, protagonista maschile, e il regista Roger Vadim, che l’aveva sposata nel 1952 (poi divorziarono nel 1957). Quel film uscì nel 1956 e io ero un pruriginoso quattordicenne, frequentavo a Genova il mitico ginnasio Doria, sezione B (la più elitaria). Con molti miei compagni di scuola passammo molti giorni a fantasticare. Eravamo appassionati di cinema! Qualche anno dopo avremmo passato molte sere e anche le notti a discutere di Claude Chabrol e Jean-Luc Godard, Eric Rohmer e Jacques Rivette e di Francois Truffaut, il più grande. La Nouvelle vague… Stoltamente ne avremmo parlato come di un gruppo omogeneo e compatto, fino a quando Truffaut affermò che l’unica caratteristica che accomunava tra loro gli esponenti della Nouvelle vague era la passione per i biliardini elettrici, aggiungendo: «Non si è ancora sottolineato a sufficienza questo punto: la Nv non è né un movimento né un gruppo, ma un concetto di quantità. È una denominazione collettiva, inventata dalla stampa, per indicare i nomi dei cinquanta nuovi registi emersi in soli due anni in un campo professionale in cui in precedenza non si accettavano più di tre o quattro nuovi nomi all’anno». Ma torno alla mia amata Brigitte e alle fantasticherie di quel 1956: avevo lanciato l’idea di prendere un treno, da Genova e Mentone, e di andare in un cinematografo francese in cui il film era proiettato senza tagli né censure! Il film – modesto, posso dirlo oggi – aveva conquistato un successo grandioso. BB si era imposta a livello internazionale, esattamente come Vadim, suo marito e mentore, desiderava: di colpo era diventata l’antagonista europea di Marilyn Monroe. Seducente come nessun’altra, allo stesso tempo semplice e conquistabile come la ragazza della porta accanto. Bellissima e ingenuamente provocante. Le fantasie erotiche di noi ginnasiali erano accese da alcune dicerie: si mormorava che nell’edizione italiana fossero state tagliate alcune scene a dir poco coinvolgenti. In particolare, una in cui Brigitte, a letto da sola, si strofinava languidamente contro un lenzuolo, scoprendo cosce e seno. Mah! Non ho mai saputo se fosse vero… Per una settimana almeno progettammo l’escursione in Francia nei minimi particolari. Poi l’entusiasmo svanì tristemente a poco a poco nella tenaglia degli ostacoli: i permessi dei genitori, i soldi, gli orari dei treni; la nostra condizione di minorenni e l’indispensabile passaporto. Non se ne fece nulla. Ma ancor oggi ci penso, 65 anni dopo, e mi sembra di averlo realmente fatto, quel viaggio trasgressivo. Vadim pensava, e aveva ragione, che la sua Bardot non fosse stata adeguatamente valorizzata rispetto alla sua potenzialità. Così immaginò un film incentrato totalmente sull’esplosiva seduttività della giovane stella. La trama raccontava la storia e gli amori di una affascinante adolescente che viveva in un piccolo paese all’epoca sconosciuto, Saint Tropez. Girarono voci (poi risultate veritiere) su una sua relazione con il partner Trintignant. Il film ancor oggi è considerato da molti il primo di BB, invece era il diciassettesimo. Ma proprio grazie all’intuizione di Vadim, Brigitte di colpo diventò una star mondiale. Il cinema europeo era in una fase di travolgente affermazione e BB, più di altre attrici europee, si impone all’attenzione di pubblico e critica in America. Lei, nata nel 1934, e la Monroe, 1926, sono le icone della sessualità femminile degli anni Cinquanta e Sessanta. Nonostante il divorzio, nel 1958 Vadim procura a Brigitte un invito a Hollywood. Incredibilmente è giudicata troppo «rischiosa» da gestire: il cinema statunitense è ancora sotto rigorose regole, prevalgono signorine acqua e sapone come Doris Day… E perfino Jane Russel, che ha osato esibirsi con l’ombelico scoperto, è considerata al limite della spudoratezza accettabile. L’erotismo di Brigitte Bardot in Mademoiselle Pigalle (1956) va bene al box office, solo perché considerato di stampo «europeo». Brigitte Bardot viene indicata come dea del sesso del decennio. I suoi film e gli album fotografici, contribuiscono alla diffusione del bikini. Anzi Brigitte è una delle prime a esibire il monokini. In Francia il topless è diffuso, non suscita scalpore: negli Stati Uniti è considerato scandaloso. La moda eccentrica degli anni Sessanta si addice a BB tanto da diventare, come Marilyn, un soggetto dei quadri di Andy Warhol. I suoi film dei primi anni Cinquanta sono per lo più storie romantiche poco impegnate, alcune delle quali a sfondo storico, in cui Bardot interpreta spesso la parte di un’ingenua eroina o di una sirena d’amore.
Il secondo mio ricordo personale è legato a un altro idolo della gioventù: Gigi Rizzi, il famoso play boy e seduttore italiano. Un idolo per ragioni forse miserabilmente patriottiche, certo meno entusiasmante e ragionevole di una vittoria della Nazionale di calcio, in una competizione internazionale… Rizzi è scomparso all’età di 69 anni ed è ricordato come il simbolo della Dolce vita. Val la pena di parlarne. Era nato a Piacenza il 23 giugno 1944. Alla fine degli anni Sessanta conquistò non solo Brigitte Bardot, ch’era più anziana di dieci anni, e le più belle femmine dell’epoca. Terzogenito di quattro fratelli, la sua famiglia era proprietaria di un’industria di laterizi a Piacenza. Frequentò la Costa Azzurra e il bel mondo di Cannes e Saint Tropez, dove insieme a un gruppo di amici, Beppe Piroddi, Franco Rapetti (detto «Il Principe”), Rodolfo Parisi e Gianfranco Piacentini, divenne famoso tra «les italiens». Poi la carriera da imprenditore, con il Number one, aperto prima a Milano e nel 1969 a Roma. Un locale di grande successo nel 1972 chiuso in seguito a un famoso e chiassoso scandalo (fu trovata un bel po’ di cocaina nei bagni del locale). Dopo una dimenticabile carriera di attore, a metà degli anni Settanta abbandonò la vita mondana europea e si trasferì in Argentina: acquistò un terreno e vario bestiame, fondando un’importante azienda agricola. Nel 2004 tornò in Italia, viveva a Sori, un bel paese sul mare, in provincia di Genova. Ma come si spiega il mio superficiale slancio patriottico per il simpatico Gigi? È semplice: sia pure per pochi mesi, sedusse Brigitte e visse con lei, al centro del gossip, dell’attenzione dei cronisti e dei fotografi mondani. È doveroso aggiungere che BB non era certo difficile da conquistare. Quattro matrimoni, un numero incalcolato di amanti e fidanzati; quasi certamente molte altre avventure rimaste sconosciute. E tuttavia il blitz di Rizzi fu simile a una favola: arrivò in Costa Azzurra con assoluta determinazione a conquistare l’ennesimo trofeo e vi riuscì. Di più: all’epoca la Bardot era legata a un miliardario tedesco. Il bel maschio piacentino arrivò a Saint Tropez in jeans e i quattrini indispensabili, ma con un sorriso e qualche battuta incantò Brigitte… Non era un legame destinato a durare: per lui, cinico sciupafemmine, BB era una come le altre, ma BB non poteva farsi considerare una come tante ed era sempre pronta a innamorarsi di qualcuno, libera, scontenta e mai fedele. Scontenta, ho scritto.
La prova arriva dalle sue continue e tormentate relazioni sentimentali: Vadim (primo matrimonio), Trintignant, Gilbert Becaud, Raf Vallone, Sacha Distel. Jacques Charrier (seconde nozze, da lui il suo unico figlio), Sami Frey, Gunther Sachs (terzo matrimonio), Serge Gainsbourg, Bernard d’Ormale (un politico, quarto e ultimo matrimonio, il più duraturo, dal 1992). Questi sono i personaggi più famosi, gli amanti di minor notorietà e quelli sconosciuti sarebbero, secondo i giornali più informati, almeno cento. Scontenta, ho scritto. Ma sarebbe più esatto dire infelice e per lunghi periodi della sua vita anche disperata. Ha tentato di uccidersi molte volte. Ad esempio La verità (1960), diretto da Henri Georges Clouzot, si era rivelato un film doloroso, ma anche molto importante per la sua carriera. Durante la lavorazione BB trascurò la famiglia (il marito malato e il figlio appena nato), perché il regista era molto esigente nei suoi confronti e lei aveva iniziato una relazione con il protagonista Sami Frey. Tutto questo, è stato scritto, influì sulla sua recitazione: il suo personaggio aveva molto in comune con lei: soprattutto l’assoluta voglia di libertà, che il mondo benpensante borghese vuole soffocare. Poco dopo la fine delle riprese tentò il suicidio. Il film ottenne un grande successo e la sua interpretazione molto apprezzata da critica e pubblico.
E anche Vita privata (1961), diretto da Louis Malle, aveva elementi autobiografici. La scena in cui, rincasando, il personaggio interpretato da Bardot incontra una signora di mezz’età che la insulta, è fondato su un episodio realmente accaduto. Poco tempo dopo, Brigitte Bardot si ritirò nel Sud della Francia e in quel periodo tentò nuovamente di uccidersi. Nei primi anni Sessanta, in piena rivoluzione sessuale, il suo stile di vita apparve più normale e la pressione su di lei cominciò ad attenuarsi. Negli anni Sessanta, compare in film patinati come Viva Maria! (1969) e muove i primi passi nella musica pop, vivendo sempre il suo ruolo di icona femminile. Nel 1974, appena prima del suo quarantesimo compleanno, Brigitte Bardot annuncia il suo ritiro dalle scene, dopo aver girato più di cinquanta film e inciso diversi album discografici. Nello stesso anno posa nuda sul numero di settembre dell’edizione italiana di Playboy. Brigitte Anne Marie Bardot, anche conosciuta come BB (Parigi, 28 settembre 1934), dopo gli esordi come danzatrice classica, fu prima modella, posando per copertine di riviste di moda, quindi attrice e infine, dal 1962, anche cantante. Dal 1962 è un’attivista per i diritti degli animali, una passione che l’ha assorbita completamente a partire dal suo abbandono del cinema. Quanto alla seduttività – la sua vera identità pubblica sarà ricordata per sempre per il suo doppio ruolo. Una preda desiderata, in tutto il mondo, da milioni di uomini, ma anche una predatrice, una cacciatrice di amanti, spinta dal desiderio di sesso e soprattutto di amore