Dalla nascita di Twitter all’adozione dei simboli per definire i nomi utente e le tendenze, passando per l’ampliamento del limite di caratteri da 140 a 280: sono tante le innovazioni che il social ha subito negli anni pur senza snaturarsi. A fare la storia della piattaforma sono però stati i contenuti pubblicati dagli utenti.
La piattaforma di microblogging Twitter ormai è entrata nella quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo: sia di chi la usa, sia di chi ne subisce gli effetti in modo indiretto. Su Twitter si esprimono celebrità e personaggi influenti le cui parole hanno un impatto non indifferente su quel che accade nel mondo – il caso dell’ex presidente Donald Trump è emblematico – eppure il social è relativamente recente nella storia di Internet: nato il 21 marzo 2006, ha appena compiuto 15 anni.
Il primo tweet l’ha scritto un bot
Il giorno della nascita di Twitter è stato scelto a causa della data di pubblicazione del primo cinguettio: lo pubblicò uno dei fondatori – l’attuale CEO Jack Dorsey – e recita semplicemente “Just setting up my twttr”, un tweet di impostazione che fu pubblicato in modo automatizzato e che svela uno dei primi nomi con i quali gli sviluppatori chiamavano la loro creatura ancora in fasce. Il tweet è divenuto celebre – tanto che in queste settimane è stato messo in vendita per più di due milioni di dollari – ma non è uscito direttamente dalle dita di Dorsey: quello stesso 21 marzo l’intera cerchia di sviluppatori e dipendenti che stava lavorando sulla piattaforma ha pubblicato lo stesso intervento in automatico, scattando una sorta di foto di gruppo del team originale dietro a Twitter.
Dovevano essere status temporanei
Twitter nasce infatti da un’idea partorita da Jack Dorsey insieme a Ev Williams, che all’epoca era il suo datore di lavoro in una startup chiamata Odeo e specializzata in podcast. Il nuovo social emerge come progetto parallelo in un periodo non particolarmente felice per Odeo; l’idea era quella di creare una piattaforma concentrata solamente sugli status, ovvero sul visualizzare testualmente quel che gli iscritti stavano facendo o pensando in un determinato momento. Ogni status pubblicato insomma avrebbe dovuto sovrascrivere il precedente, ma in una riunione con tutti gli sviluppatori coinvolti nel progetto questo aspetto è stato eliminato trasformando Twitter in una cronologia di quel che gli utenti decidono di pubblicare – ovvero in qualcosa di molto simile al servizio che è oggi.
Twitter e iPhone
Uno degli aspetti che hanno maggiormente decretato il successo di Twitter è stata la sua presenza tra le prime app disponibili per quello che sarebbe diventato lo smartphone più iconico di tutti i tempi: l’iPhone di Apple. Il social network figurava già come app nella prima versione del telefono e del suo App Store, e il suo funzionamento si sposava alla perfezione con un dispositivo touch dove era possibile scrivere velocemente e scorrere tra gli aggiornamenti di centinaia di migliaia (presto milioni) di persone. Non stupisce che dal 2011 al 2017 Twitter sia rimasto profondamente integrato all’interno del sistema operativo iOS, mentre l’app si diffondeva a macchia d’olio anche sui telefoni Android e su tutti i browser.
I tweet storici
Dalla nascita di Twitter all’adozione dei simboli @ e # per definire i nomi utente e le tendenze, passando per l’ampliamento del limite di caratteri da 140 a 280: sono tante le innovazioni che il social ha subito negli anni pur senza snaturarsi. A fare la storia della piattaforma sono però stati i tweet, i contenuti pubblicati dagli utenti che hanno configurato il servizio sempre più come una enorme fonte di notizie e commenti in un modo che ad altri social non è mai riuscito. Dall’annuncio del primo terremoto ai tweet che annunciarono in anticipo l’operazione segreta che avrebbe portato all’uccisione di Osama Bin Laden; dal retwittatissimo selfie di Ellen DeGeneres alla notte degli Oscar a fenomeni come il #metoo che hanno guadagnato trazione anche grazie alle conversazioni che si sono sviluppate proprio sulla piattaforma. Twitter è diventato famoso come social che dà voce a chi spesso non ne ha, anche se non lo fa in modo neutro.
Limiti e rischi
La piattaforma infatti non è al riparo da difetti che rendono possibile a gruppi di potere o semplicemente ben organizzati dirottare le conversazioni o imporre temi e visioni del mondo lontane dalla realtà: reti di bot che diffondono fake news, campagne di disinformazione e odio, e non ultimi i tweet di incitamento alla rivolta dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump hanno minato e continuano a minare lo svolgimento di un confronto civile online. Nonostante gli anni alle spalle, Twitter ha ancora problemi da risolvere – soprattutto in quanto piattaforma votata alla diffusione di notizie e informazioni. In un’era in cui la verità non ha mai assunto contorni tanto labili, non si tratta di questioni che vanno prese sotto gamba.
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