(di Tiziano Rapanà) Dario Salvatori è un innamorato della musica. È anche un giornalista, critico musicale, insegnante, conduttore radiofonico e scrittore italiano, nonché responsabile artistico del patrimonio sonoro della Rai. Ma è soprattutto un innamorato della musica, perché solo un amante può fare quello che ha fatto Salvatori negli anni con i libri ed i programmi radiofonici e televisivi. Salvatori fu l’unico nel 2009, nel suo programma per Rai2 Secondo canale, a celebrare i quarant’anni di Perché l’hai fatto?, celebre brano di Paolo Mengoli scritto con Mino Reitano. Purtroppo alle canzoni popolari non è mai stato riservato un trattamento benevolo, per fortuna c’è Dario Salvatori e il suo amore incondizionato ma anche critico e severo all’occorrenza, attento a scovare i particolari più ignoti e presentarli al pubblico. In libreria potete trovare il suo ultimo libro, un dizionario della canzone, Il Salvatori 2021 (Iacobellieditore): qui troverete oltre ventimila schede di canzoni e per ognuna titolo, autori, anno di pubblicazione, tutti gli interpreti che l’hanno registrata. Più un ampio commento storico-critico. Canzoni di tutti i tempi e di ogni nazionalità, che vanno a formare un dizionario di una vastità enorme. La prima opera reference ad abbracciare l’intero ciclo della musica registrata, toccando anche brani del Seicento e Settecento. Un dizionario utile come strumento di consultazione ma anche un appassionante libro di lettura. Avrete la possibilità di fare un viaggio attraverso le canzoni che hanno raccontato e cambiato la vostra vita.
La prima cosa che mi ha colpito sfogliando il tuo dizionario è l’aver ridato dignità critica al binomio artistico Battisti-Panella. Rammento una bella scheda sul brano e sull’album L’apparenza. Di solto chi affronta questi dischi lo fa in due modi: o si imbriglia in assurde interpretazioni dei testi nonsense di Pannella o rimpiange Mogol.
Chiaramente è stata un’epoca diversa per Battisti. Ai tempi con Mogol, lo si vedeva in tv, ad esempio a Sanremo, il Cantagiro. Poi Battisti è sparito, c’è stato questo imbozzolamento, e Panella è stato l’autore ideale per quel periodo. In questo ventaglio di brani è sparita la cantabilità. È un altro Battisti che incide i dischi a Londra, sperimenta, s’innamora della musica elettronica.
Ho apprezzato che in questo dizionario si ricordino personalità dimenticate della musica leggera. Penso a Marino Marini, cui dobbiamo il talento di Totò Savio…
Marini è stato un grande uomo di night, un ottimo intrattenitore. Fu il rivale di Renato Carosone: l’estate si esibivano in Versilia, a pochi passi uno dall’altro. Il repertorio di Carosone riguardava sostanzialmente gli inediti che scriveva con Nisa, mentre Marini cantava molte cover. All’estero Marini fu popolare in Francia, mentre Carosone andò forte negli Stati Uniti: Torero fu prima nelle classifiche Usa.
Nel tuo dizionario c’è anche spazio per la canzone classica napoletana.
Sì. Pensa solo che la canzone napoletana ebbe molto successo nell’ottocento. C’erano degli assi della scrittura come Gambardella, Salvatore Di Giacomo, Ernesto Murolo. Pensa in quel periodo, a Napoli, c’era un sacco di gente che sapeva leggere la musica: erano molti di più rispetto a oggi. Prima dell’arrivo degli spartiti, esistevano le copielle. E i napoletani andavano ai concerti cantando con l’ausilio delle copielle. Naturalmente in chiave di basso, non in chiave di violino, non erano tutti musicisti. Però nella copiella c’era il testo e un’indicazione musicale. Oggi non si potrebbe più fare.
Cosa pensi della musica napoletana odierna?
Napoli ha attraversato tante fasi, c’è stato Carosone, Peppino di Capri, poi è arrivato Pino Daniele, che aveva questa capacità innata di rendere blues qualsiasi cosa. Dopo sono arrivati i gruppi di rivendicazione sociale e i neomeolodici.
Cosa pensi dei trapper?
Quel genere è una lavagna bianca dove ognuno può scrivere quello che vuole. Ci sono persone di talento e talvolta vengono fuori anche delle bufale clamorose.
Qual è, secondo te, il migliore o la migliore cantante degli ultimi trent’anni?
Alicia Keys, è un’interprete straordinaria. Ho avuto modo di conoscerla: è una ragazza meravigliosa molto simpatica. Lei è una compositrice, un’eccellente pianista. Apprezzo anche Michael Jackson, che è stato il Duke Ellington di fine secolo.
Chi sono i cantanti italiani più presenti nel tuo dizionario?
Battisti, Morandi, Mina e Celentano.
Ti piacciono i talent?
No. Sono trasmissioni molto ciniche e pericolose, ma il talento fortunatamente alberga da un’altra parte.