“Per la sua personalità straordinaria che ha fissato un’inconfondibile impronta su un’epoca e che, ancora oggi, lo rende l’icona italiana per eccellenza nel mondo”. È questa la motivazione per il conferimento del Premio Parete 2020 a Giorgio Armani, letta nel corso di una Cerimonia in diretta streaming dall’Università Bocconi di Milano. In questa edizione, il riconoscimento dedicato alla memoria del finanziere abruzzese Ermando Parete, superstite del campo di sterminio nazista di Dachau, è stato assegnato allo stilista e imprenditore Giorgio Armani dopo quelli a Vittorio Colao e Giovanni Tamburi, premiati rispettivamente nel 2018 e nel 2019, sempre in Bocconi.
Lo stilista è intervenuto durante l’evento con un contributo audio, in cui ha ringraziato tutte le autorità presenti e ha espresso gratitudine per un riconoscimento così importante, intitolato alla memoria di un grande uomo.
«Ermando Parete rappresenta il coraggio e la Memoria, qualità fondamentali, soprattutto oggi, che si tende a dimenticare e a voltare spesso lo sguardo altrove di fronte ai problemi e alle ingiustizie. Ma sappiamo bene che senza Memoria non può esserci futuro e nemmeno innovazione. Senza ricordo di quello che è stato non si può costruire nulla, perché ci vogliono le fondamenta o tutto crolla». Armani si è poi soffermato su ciò che questa pandemia ci ha lasciato, offrendo uno spunto di riflessione su una società che è diventata sempre più individualista e che pensa più alla quantità, piuttosto che alla qualità. Una riflessione rivolta in particolare a chi i cambiamenti li vivrà in prima persona nei prossimi anni: e cioè i giovani. «Proviamo a chiederci che cosa sia necessario avere, cosa vogliamo davvero essere, per lasciare alle future generazioni un mondo più vivibile. È un compito che ci rimette in gioco, che va nutrito di Memoria e di azione. Ora che tutto è virtuale, abbiamo il dovere di coltivare il sentire: quel sentimento collettivo che ci avvicina e unisce, e che ci rende degni di questo dono unico che abbiamo ricevuto, la vita».
Il riconoscimento, nato nel 2017 per volere del figlio Donato, è ispirato alla memoria della vita e dell’impegno di Ermando Parete. Sopravvissuto alla tragedia della Shoah, dal 2000 e fino alla scomparsa nel 2016, Parete ha trovato il coraggio di raccontare l’orrore vissuto, come monito perché non riaccada. Il tutto unito a quella visione orgogliosa volta a incoraggiare le giovani generazioni. Con questi principi ha visitato scuole e università, incontrando ragazzi di tutta Italia.