Sky in calo dalla metà del 2019

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Arrivano un po’ di numeri ufficiali sul business di Sky in Italia. Sono contenuti nel bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2019, riguardante i sei mesi dal 1° luglio al 31 dicembre, e necessario per modificare le tempistiche dei conti di Sky che, da quando il gruppo è passato sotto il controllo di Comcast, non termina più i suoi esercizi al 30 giugno ma, appunto, al 31 dicembre.

E sono numeri che, seppur relativi al 2019, già indicano uno stato di difficoltà che poi si è ovviamente accentuato nel 2020 causa crisi da Covid-19. I ricavi di Sky Italia dal 1° luglio al 31 dicembre 2019 sono pari a 1,627 miliardi di euro, in calo del 3,8% sullo stesso periodo del 2018. I costi scendono del 2,5% a quota 1,389 miliardi, con un ebitda di 122,2 milioni di euro (-17,2%) e un ebit che praticamente si azzera (700 mila euro) rispetto ai 33,8 milioni di euro del secondo semestre 2018. Il risultato prima delle imposte rimane comunque in positivo per 5,3 milioni di euro (35,7 milioni nel semestre 2018), con un utile di 1,5 milioni (11,3 milioni).

Come spiegano gli amministratori di Sky, che non entrano nel dettaglio sul numero di abbonati (ultimo dato ufficiale: 5.195.000 al 30 giugno 2019), nel corso del secondo semestre 2019 i ricavi da abbonamenti residenziali sono scesi a 1,263 miliardi di euro (-47 milioni di euro rispetto al secondo semestre 2018), perché «cala la base abbonati»; i ricavi pubblicitari si attestano a quota 128,2 milioni (-6,3 milioni di euro); i ricavi da installazione e noleggio si fermano a 30,3 milioni (-21,5 milioni di euro); i ricavi da rivendita beni crollano a otto milioni (-48,8 milioni di euro) per «minori proventi dalle vendite di ticket»; salgono invece i ricavi da rivendita contenuti, con un incremento di quasi 60 milioni di euro.

Su questa situazione, già piuttosto preoccupante, si è andata a innestare la emergenza sanitaria mondiale del 2020. E, come sottolineano gli amministratori di Sky nella relazione al bilancio di esercizio, «il primo semestre 2020 ha visto una considerevole contrazione dei ricavi da bar&hotel (chiusi, ndr), di quelli da abbonati residenziali (sia per il calo di abbonati, sia per gli sconti riconosciuti da Sky, ndr), sia dei ricavi pubblicitari». Vista l’estrema incertezza del momento, si ribadisce come «non si può escludere il concretizzarsi di risultati peggiori rispetto alle stime effettuate in sede di budget», e di sicuro nel 2020 vi saranno «forti contrazioni dei ricavi e dell’ebitda», anche se non è in pericolo «il presupposto della continuità aziendale».

Il mercato stima che Sky possa aver chiuso il 2020 con una base abbonati attorno a quota 4,8 milioni (quindi un netto calo rispetto ai quasi 5,2 milioni del giugno 2019) e più volte si è ventilata l’ipotesi di tagli al personale di Sky, con un piano pluriennale che potrebbe riguardare il 20% della forza lavoro. Al 30 settembre 2020 in Sky c’erano 3.231 dipendenti, di cui 3.033 a Milano, 190 a Roma, quattro a Bologna e quattro a Napoli. Il costo del personale di Sky, nel secondo semestre del 2019, è stato pari a 115,5 milioni di euro. Nello stesso periodo il compenso ai tre consiglieri di amministrazione di Sky (Andrea Zappia, Maximo Ibarra e Domenico Labianca) è ammontato a 2,32 milioni di euro. Dal 24 giugno 2020 Zappia si è dimesso dall’incarico, l’a.d. Ibarra è diventato anche presidente, e nel cda, con Labianca, ha fatto il suo ingresso Pietro Maranzana.

Claudio Plazzotta, ItaliaOggi