Conoscenza e innovazione, competitività, sostenibilità ambientale e sviluppo del territorio. La Regione Emilia Romagna, nella foto il presidente Stefano Bonaccini, si muove in sintonia rispetto ai pilastri del Psr, Piano di sviluppo rurale 2014-2020 con un investimento complessivo di 1 miliardo e 13 milioni di euro in ambito agricolo. Una capacità di erogare i contributi che conferisce all’Emilia-Romagna un primato in ambito nazionale. Dagli inizi della programmazione a oggi i pagamenti erogati in termini di spesa pubblica hanno portato a un totale di contributi pari a 648,12 milioni, mentre dall’inizio dell’anno sono stati liquidati 71,1 milioni di euro. In Regione a beneficiare dei fondi previsti dal Psr sono soprattutto i territori montani, con fondi per oltre 386 milioni di euro e un’incidenza del 38% delle risorse concesse. Il Piano di sviluppo Rurale approvato dalla commissione europea definisce la strategia regionale per lo sviluppo del sistema agroalimentare, investe fondi che provengono da Ue, Stato e Regione (pari all’ 86,3% delle risorse disponibili) e che interessano oltre 23mila beneficiari, di cui oltre 2800 giovani e 4500 donne. Il programma inoltre riconosce i contributi comunitari solo ai paesi che sono in grado di impegnarli e l’Emilia-Romagna, al 5 giugno scorso e con sei mesi di anticipo rispetto a quanto previsto dalle norme comunitarie, aveva già raggiunto il valore target necessario a evitare il disimpegno dei fondi non utilizzati, facendo così notare una capacità di erogazione di risorse comunitarie tra le migliori in Italia.