Ci muoviamo maggiormente con i mezzi elettrici (aprendo le porte ai monopattini). Ordiniamo il sushi da portare a casa e il cibo a domicilio, ci curiamo maggiormente (se siamo uomini) del nostro aspetto fisico e in generale abbiamo più bisogno di un supporto tecnologico che ci faccia sentire bene.
L’aggiornamento del paniere Istat dell’inflazione, che gli statistici effettuano ogni anno per tarare al meglio la lettura dei prezzi, diventa un’occasione “sociologica” per misurare come evolvono i consumi e di riflesso le nostre vite. Un tagliando statistico che arriva insieme al dato di gennaio dei prezzi: questi hanno accelerato al +0,6% annuo (dallo 0,5% di dicembre) con il cosiddetto “carrello della spesa” che si è mosso più velocemente al +0,9%, massimo dal marzo scorso.
Per gli amanti delle statistiche la novità più rilevante dell’ultima revisione, spiega Istat, “è l’ampliamento dell’utilizzo dei prezzi registrati alle casse mediante scannerizzazione dei codici a barre a nuovi canali distributivi del commercio al dettaglio della Grande Distribuzione Organizzata. Si tratta, con riferimento ai beni alimentari confezionati e ai beni per la cura della casa e della persona, dei discount, delle piccole superfici di vendita e degli specialist drug che si aggiungono così a ipermercati e supermercati”. In questo modo, ogni mese Istat registrerà 30 milioni di quotazioni di prezzo dalla Gdo, per stimare l’inflazione.
Aggiornando però il paniere alle nuove abitudini di spesa delle famiglie italiane, vengono a galla i trend più rilevanti: tra i mezzi di trasporto, le Automobili elettriche e ibride elettriche e il Monopattino elettrico e, tra i servizi di ristorazione, il Sushi take away e la Consegna pasti a domicilio. Entrano poi nel paniere il Servizio di barba e baffi, i Trattamenti estetici per uomo e gli Apparecchi acustici.
Paniere Istat dell’inflazione, i nuovi ingressi:
- Automobili elettriche e ibride-elettriche, sia nuove che usate;
- Monopattino elettrico, nel segmento di consumo riguardante le Biciclette;
- Sushi take away, che arricchisce il segmento Fast food e servizi di ristorazione take away;
- Consegna pasti a domicilio, nuovo segmento di consumo introdotto per tener conto di un fenomeno in forte espansione negli ultimi anni;
- Servizio di barba e baffi che si affianca al Taglio capelli uomo nel segmento di consumo Servizi di parrucchiere per uomo e bambino;
- Apparecchi acustici retroauricolari e intraauricolari che permettono anche di coprire la sottoclasse degli Apparecchi acustici, prevista dalla classificazione ECOICOP;
- Trattamenti estetici per uomo che arricchiscono il segmento relativo ai Trattamenti di bellezza.
Tra i prodotti entrati per migliorare la rappresentatività del paniere abbiamo:
- Lavatura e stiratura camicia, nel segmento dei Servizi di lavanderia abiti;
- Applicazione smalto semipermanente, che integra il segmento relativo ai Trattamenti di bellezza.
Dal paniere non viene sottratto alcun prodotto, perché a quanto pare gli italiani non l’hanno ancora mandato in pensione. “Ad arricchire la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati – dice Istat – sono inclusi nel paniere il servizio di Lavatura e stiratura camicia (tra i Servizi di lavanderia abiti) e l’Applicazione dello smalto semipermanente (tra i Trattamenti di bellezza)”.
Considerando poi che l’affinamento della misurazione dei prezzi non avviene solo facendo entrare nuovi prodotti, ma anche distribuendo diversamente i pesi nel paniere, l’aggiornamento ha fatto crescere l’importanza della divisione di spesa Trasporti e scendere quella Abitazione, acqua, elettricità e combustibili. Restano i Prodotti alimentari e bevande analcoliche ad avere il peso maggiore nel paniere (16,21%), poi Trasporti (14,96%), Servizi ricettivi e di ristorazione (11,95%) e Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (9,95%).
Il fatto che quest’ultima voce perda importanza è censurato dall’Unc: “Incomprensibile – dice l’associazione dei consumatori – il calo del peso dell’acqua, -21%, raccolta rifiuti, -16,4%, energia elettrica, -10,3%, gas -21,8%. Mentre il calo di altre voci, come l’Rc auto, è spiegabile da una riduzione del premio assicurativo, sfugge la riduzione di acqua e rifiuti, specie date le dimensioni di questa flessione”.
Raffaele Ricciardi, Repubblica.it