Il bilancio del Tesoro, che si prepara a lanciare un Btp Green e un nuovo titolo “short term”. Nonostante il maxi-fabbisogno, il costo medio delle nuove emissioni è sceso sotto lo 0,6% dallo 0,93% precedente. Intanto Francoforte ha spinto il suo bilancio fin sopra 7 mila miliardi. E grazie allo scudo Bce, per le banche d’affari i titoli italiani sono una prima scelta
Il Tesoro si prepara a salutare un anno che è valso “una sfida senza precedenti” per il volume di titoli emessi ma, grazie agli offici della Bce, arriva all’appuntamento con la presentazione delle linee guida per la gestione del debito pubblico con i mercati che portano in palmo di mano i Btp. Prova ne è l’andamento nelle ultime settimane del rendimento dei titoli di Stato tricolori a dieci anni, che si muove in maniera inversa rispetto al prezzo:
Più scende, più significa che è salito il valore di quei contratti. Nel dettaglio, il Btp a dieci anni staziona in questi giorni su un rendimento dello 0,5%, rispetto al 3% accarezzato all’inizio della pandemia a marzo, e il differenziale con gli omologhi titoli tedeschi è sceso da circa 300 agli attuali 115 punti base.
Davide Iacovoni, responsabile del Tesoro per la gestione del debito pubblico, ha messo in fila i numeri straordinari di quest’anno caratterizzato dall’emergenza sanitaria e dalla risposta fiscale senza precedenti data dal Mef. Con quasi 552 miliardi offerti al mercato, di cui 182 miliardi in Bot, il 2020 si chiude con “volumi record”. Ad assorbire queste cifre hanno contribuito i programmi di acquisto Bce (sul mercato secondario) che hanno assicurato “una copertura largamente maggioritaria del fabbisogno netto aggiuntivo di cassa” dovuto alla pandemia. Condizione che “ci aspettiamo” permanga per tutto il 2021, a maggior ragione dopo che Lagarde ha dotato di altri 500 miliardi di munizioni il piano di acquisti anti-pandemia. Non è un caso che, stando all’ultimo dato ufficiale datato 18 dicembre, il bilancio di Francoforte abbia superato la soglia di 7 mila miliardi.
A fronte di volumi così importanti, i parametri ai quali guardano i mercati come indici di sostenibilità di un simile stock sono migliorati “garantendo la solidità della struttura del debito dal punto di vista dell’immunizzazione dei rischi di rifinanziamenti”: la vita media del debito è salita a circa 6,95 anni dai 6,87 del 2019. L’effetto di appiattimento della curva dei rendimenti dovuto alla massiccia presenza dell’Eurosistema si è ribaltato su un costo medio delle nuove emissioni sceso allo 0,59%, sotto la soglia dello 0,60% e contro lo 0,93% del 2019. Il costo medio complessivo dello stock di debito è stato indicato da Iacovoni in miglioramento “a circa il 2,4% o poco sopra”.
Le esigenze per il nuovo anno saranno altrettanto corpose. A 222 miliardi di scadenze da rifinanziare si sommano le nuove necessità finanziarie, che cambiano di settimana in settimana a seconda dell’evoluzione della crisi pandemica. Negli ultimi documenti ufficiali del governo si stimavano intorno a 140 miliardi. In un recente report di Unicredit si parla di 165 miliardi di fabbisogno netto, per un totale poco sopra i 390 miliardi.
I flussi dalla Ue contribuiranno – in piccola parte, se confrontati con il totale delle necessità del Tesoro, per quanto siano un evento politico fondamentale per l’Ue – ad alleviare le pressioni sulle emissioni: 10 miliardi da Sure (il programma per finanziare gli ammortizzatori sociali) e i primi fondi del Next Generation Eu. Iacovoni non li ha quantificati, questi ultimi: per Unicredit saranno in totale 25 miliardi. Per il dirigente del Mef, in ogni caso, aiuteranno ad alleggerire il compito soprattutto sulle scadenze a più breve termine, ma non stravolgeranno il programma di emissioni che punterà ancora a consolidare l’allungamento della vita media.
Secondo i report di alcune case finanziarie messi in fila da Bloomberg, nel corso del 2021 i Btp potranno fare ancora meglio. Ma come, proprio a fronte di un record continuo di indebitamento, di un crollo del Pil senza precedenti in tempi di pace e di una ripresa che resta minacciata dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria? Se per la tenuta dei conti pubblici il fardello del debito resta un problema che prima o poi andrà affrontato – con la crescita, auspica il ministro Gualtieri, più che con tagli alle spese – il punto di osservazione nelle sale operative è differente.
“Se la situazione sul fronte Covid peggiora, questo aumenta le aspettative dei mercati sul fatto che le Bce faccia ancora di più” per supportare il debito dei Paesi periferici. “Se invece la ripresa viene stabilizzata dalla prospettiva di un vaccino, aumenta l’appetito per il rischio da parte degli investitori che ugualmente suggerisce” di comprare debito italiano, la sintesi all’agenzia Usa di Richard McGuire di Rabobank. In entrambi i casi, dunque, una prospettiva di sostegno ai titoli italiani.
Secondo il Bloomberg Barclays Index, quest’anno i Btp hanno offerto ai sottoscrittori un ritorno nell’ordine dell’8%, top in Europa e livello duplice degli omologhi tedeschi. Il fatto che i titoli italiani offrano ancora un rendimento, mentre anche gli spagnoli e i portoghesi sono arrivati a livelli sottozero, rende i Btp attraenti per quegli investitori che cercano sicurezza abbinata a un minimo di remunerazione. Commerzbank si spinge a vedere uno spread in calo ancora a 75 punti, JPMorgan e Abn Amro a 80.
Tornando al Tesoro, Iacovoni ha anticipato che il catalogo di prodotti si arricchirà. Il più atteso è il Btp Green, l’emissione destinata a finanziare sei ambiti di spesa: energie rinnovabili, spese per trasporti legati ad una riduzione di emissioni di CO2, prevenzione inquinamento ed economia circolare, protezione ambiente e biodiversità e spese per la ricerca in questi ambiti. Il Comitato interministeriale che deve scrivere la cornice regolatoria è al lavoro, si punta alla pubblicazione del framework a inizio anno per poi arrivare nel primo trimestre 2021 alla prova vera e propria col mercato: sarà inizialmente un titolo destinato agli investitori professionali, non è escluso che poi si estenda al retail. Ai primi guarderà anche la seconda innovazione: l’avvio dell’operatività del Tesoro sul mercato dei repo, i pronti contro termine attraverso i quali le istituzioni finanziarie si scambiano liquidità anche a brevissimo termine in cambio di titoli. Confermata anche, dopo l’operazione di novembre, la presenza sul mercato globale in dollari.
Altra novità sottolineata dal dirigente del ministero: la sostituzione – attesa nel primo semestre dell’anno – dei Ctz a due anni senza cedola con nuovi “Btp short term”, che avranno scadenze più flessibili (18-30 mesi) e offriranno una cedola, per quanto l’aspettativa è di avere almeno in una prima fase la conferma di livelli prossimi allo zero. Conferma a metà, infine, per quel che riguarda i titoli più direttamente indirizzati alle famiglie. Data per scontata almeno una emissione del Btp Futura – il titolo legato alla crescita del Paese e finalizzato a raccogliere risorse proprio in chiave anti-pandemica – di durata almeno a 8 anni, non è detto che si vedranno nuovi Btp Italia: non ce ne sono in scadenza, il Tesoro sta valutando se lanciarne di nuovi.
Repubblica.it