La teoria dello scienziato sulla roulette: «Rubate i soldi al croupier quando non vi vede». Ma se fate pace col concetto, il vizio del tavolo verde può anche essere rilassante. Come insegnava un pezzo grosso della Dc
(di Cesare Lanza per LaVerità) Dopo tante pagine sul gioco d’azzardo, che ho dedicato nelle ultime settimane, penso che e sia opportuno proporvi tre domande definitive. É conveniente giocare? Perché si gioca? Si può vincere, in tempi lunghi? Cominciamo dalla terza, l’ultima, forse la più facile. Si può vincere? «L’unico metodo per battere la roulette consiste nel rubare i soldi mentre il croupier non guarda». Lo scrisse Albert Einstein (nato a Ulma, in Germania, il 14 marzo 1879, morto il 18 aprile 1955, a Plainsboro nel New Jersey, Stati Uniti). Einstein! Il fisico tedesco naturalizzato svizzero e statunitense, considerato il più importante del ventesimo secolo, conosciuto dal grande pubblico per la teoria della relatività, uno dei due pilastri della fisica moderna insieme alla meccanica quantistica premio Nobel nel 1921… Perfino lui si interessò all’azzardo, in particolare alla roulette, e arrivò a quella desolante battuta, a conclusione di un ponderoso studio sulle possibilità di vincita. E Einstein non fu certo il solo: la maggioranza degli appassionati ritiene che il gioco d’azzardo sia un divertente passatempo e mai un modo per mettersi in tasca un gruzzoletto. Il banco vince sempre, questo è sicuro! Tuttavia milioni di persone provano a giocare, in tutto il mondo o quasi. Esistono le «quasi vincite», come il palo, la traversa nel calcio: sono quelle giocate che mancano il jackpot per un soffio. Che so: un numero mancante per vincere la lotteria, il cavallo arrivato secondo, il numero della roulette a fianco di quello appena puntato. Così si impreca contro la sfortuna o al contrario ci si convince che il colpo vincente stia per arrivare. Oppure – la scelta più gradita dal casinò – si puntano molti altri numeri: quelli immediatamente vicini, quelli abbastanza vicini… E spesso succede che il numero uscito è sempre uno a fianco di quelli giocati. Molti pensano che vincere al gioco d’azzardo dipenda dal calcolo delle probabilità, da sapienti deduzioni matematiche.
Macché, vincere al gioco non è improbabile: è quasi impossibile. Le analisi statistiche non funzionano, se si calcolano 100 o anche 1.000 numeri usciti alla roulette. È vero, statisticamente certo, che dopo decine di migliaia di colpi tutti i numeri sulla ruota (compreso l’odiatissimo o amatissimo numero zero) saranno usciti più o meno lo stesso numero di volte, e il colore rosso sarà uscito più o meno come il nero. Ma con quali sequenze? E quale giocatore ha tanto denaro in tasca per poter resistere al tavolo verde migliaia di colpi, per trarne le analisi statistiche più probabili? Non facciamola lunga, vi racconto le mie esperienze e convinzioni personali. Se il rosso esce cinque o sei volte di seguito, quasi tutti pensano che inevitabilmente debba toccare al nero. Non io: punto sul rosso e ancora rosso e ancora e ancora finché il rosso non cade, come si dice in gergo. Sono un pazzo? Se mai, un pazzo lucido: perché credo nelle lunghe sequenze vincenti, direi che è l’unico modo per vincere in qualche misura significativa. Alla roulette, al black e jack, a punto è banco, a chemin de fer, ai dadi, a trente et quarante, in tutti i giochi…
Un giorno, a Saint Vincent, mi avvicinai per caso a un tavolo di roulette e vidi che il 13 era uscito cinque volte di seguito. I giocatori erano fermi, nessuno puntava sul 13, pensando (con buon senso, il grande nemico dei giocatori) che l’uscita del 13 per la sesta volta di seguito fosse assolutamente improbabile Una probabilità su 37… Sottovoce buttai un gettone al croupier e gli dissi: 13! Ma qualcuno ascoltò e mi guardò con ironia. Dopo pochi secondi il 13 uscì, e anche la settima e ottava volta… E vinsi una della sommetta. Grazie alla consuetudine (per me sacra) di lasciare un gettone sulla casella vinta. Perché la prima volta, sulla casella benedetta dalla fortuna e invocata dalla mia tenacia, c’era un gettone, la seconda volta due, la terza tre. Il 13, prima di arrendersi, era uscito otto volte consecutivamente. Fui premiato con un bel gruzzolo. Ma un giocatore più ricco e audace avrebbe fatto saltare il banco, puntando molto di più. Anche al lotto (gioco raramente) mi guardo bene dall’inseguire i numeri ritardatari. Succede spesso che esistano ritardi incredibili e vi sembrerà assurdo, ma si ha notizia di giocatori del lotto che si sono rovinati puntando su numeri che non escono da alcune settimane o da molti mesi. All’inferno senza ritorno, si può dire così. Per quanto mi riguarda, preferisco farmi la mia brava giocata, in relazione a un mio sogno o a quelli di mia moglie odi un amico; non guardo neanche i numeri in ritardo. Ma il lotto paga poco, in rapporto alle probabilità di vincita, per me resta un piccolo sfizio, un divertimento occasionale. Si perde sempre, dunque? No. Ci possono essere partite, serate fortunate. Si può vincere, come no? Il guaio è che, alla lunga, è pressoché impossibile vincere, salvo rare eccezioni, lo ripeto ancora.
Perché si gioca? È frequente sentir dire: «Ho il vizio del bere, del gioco…»; più raramente invece le persone affermano: «Sono un alcolista; un fumatore dipendente (tabagista); un giocatore patologico». Il proverbio è minaccioso: «Bacco, tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere». E allora l’alcool, il fumo, il gioco d’azzardo sono vizio o malattia? Il gioco d’azzardo è, se è esercitato con equilibrio e prudenza, un divertimento ludico e ricreativo. I problemi insorgono quando il gioco d’azzardo nasce da un impulso incontrollabile che può compromettere seriamente la vita dell’individuo. Attualmente, il gioco d’azzardo patologico è considerato una forma di «dipendenza senza sostanza»; un tempo, invece, era considerato una debolezza morale. Il vizio, infatti, è un comportamento deliberatamente messo in atto, al quale si riferiscono convincimenti moralistici negativi. Un comportamento che il giocatore può interrompere, volendo. La malattia invece è una condizione che il giocatore subisce e che lo priva di qualcosa (della salute in primo luogo) e diventa tale dal momento in cui insorgono le caratteristiche della dipendenza: il bisogno di avere sempre più gioco per ottenere lo stesso livello di eccitamento e soprattutto la presunzione di avere la capacità di smettere senza riuscirci nella realtà. I giochi e le probabilità di vincere… Parliamone. La roulette come tutti i giochi d’azzardo garantisce al banco una percentuale matematica di vantaggio sul giocatore. Quella della roulette si aggira attorno al 2,70%, una delle quote più basse tra i vari giochi. Le chance di vincita sono del 47% per roulette inglese e francese con scommesse su rosso/nero, pari/dispari, manque e passe (i numeri da 1 a 18 e da 19 a 36). Probabilità di vincere inferiore se si gioca alla roulette americana perché i numeri diventano 38: i furbi americani allo zero hanno affiancato il doppio zero. Quindi una probabilità su 38, anziché una su 37. II black jack è il secondo gioco con più alta percentuale di vincita. A questo aggiungete anche la vostra abilità nel contare le carte, per aumentare la vostra possibilità di vincita. Probabilità di vincere intorno al 40%. I dadi sono il terzo gioco d’azzardo con alte probabilità di vincita che superano il 30%. Nei dadi, o craps, scommettere con una «pass the line bet» dà grandi possibilità di portarsi a casa la vittoria. Altrettanto simile è la «come bet». Le chance calano invece per gli altri tipi di scommesse possibili, non vale molto la pena tentare. Tutti almeno qualche volta nella vita hanno voluto tentare la fortuna comprando uno delle decine di biglietti nella categoria gratta e vinci. La percentuale di vincita qui è a 1 su 3,60 con una quota che può salire fino al 73%. La «fregatura» di questi giochi però data dal numero di biglietti in vendita. Essendo molto alto, la maggior parte avrà delle vincite minime.
Slot machine. Per quanto dipenda molto dal tipo di slot machine e dal numero di righe presenti, le probabilità di vincita superano il 20%. Le slot machine sono un argomento molto dibattuto in Italia, il fatto di giocare con monete fa perdere di vista quanto in realtà si possa spendere con questo gioco d’azzardo. Ed eccoci ai giochi che pagano di meno… La Lotteria Italia è la più famosa in Italia, quella con il montepremi per lungo tempo, innumerevoli anni, più ricco. I premi in palio sono molti, la chance di vincita è medio/bassa. È stato calcolato che la probabilità di vincere è stimata intorno al 10%. Infine, il Superenalotto. Spero che non siate quelli che sognano prima 0 poi di fare un 5+1 o un 6 al Superenalotto e diventare così milionari! Senza dubbio è il gioco con il montepremi più ricco e perciò ogni settimana ci sono migliaia di giocate. La probabilità però di aggiudicarvi il montepremi è pari a 1 su 622.614.630, lo 0,0000002%.
È conveniente giocare? Un mio carissimo amico è stato Gianni Bonelli, segretario onnipotente negli anni Settanta e Ottanta della Democrazia cristiana in Liguria. Era il potentissimo braccio destro, nella regione, di Paolo Emilio Taviani. Un formidabile, astuto, corretto giocatore, purtroppo defunto poco tempo fa. Spesso mi diceva: «La politica è micidiale, logorante per i nervi, piena di continue insidie, trappole, infinite discussioni. Credo di non essermi mai preso un esaurimento nervoso, grazie al relax di qualche ora ai tavoli verdi». Questo è esattamente il punto cruciale a mio parere. Se pensate di arricchirvi con i giochi d’azzardo, state lontani dai tavoli verdi. Ho scritto molte volte che c’è un aspetto sul quale non si riflette, oltre a tutti quelli che spero di avervi descritto con oggettività. Ed è questo. Quando si perde, si perde e il portafoglio ne risente, con sofferenza. Ma anche quando si vince, il portafoglio si svuota. Nell’euforia, si festeggia senza pensarci due volte, con superficialità. Viaggi, pranzi e cene, vestiti, regali a tutti, mance esagerate… Avete mai provato a fare qualche conto, a verificare quanto vi resta in tasca, dopo aver vinto o vinciucchiato? Conclusione: se il denaro è il riferimento più importante, non giocate mai d’azzardo e soprattutto state lontano dalla tentazione, dai Casinò e da qualsiasi scommessa, se avete difficoltà economiche e non potete permettervi di perdere. Se invece considerate il gioco come uno svago di cui avete coscienza e consapevolezza, potete azzardare. Gestite con attenzione il vostro denaro e non rischiate mai ciò che, perdendo, non potreste permettervi. Il giocatore è un bambino e noi giochiamo fin dall’infanzia. Se il bambino è rimasto bambino, l’azzardo sconsiderato può essere pericoloso. Il rischio è di finire all’inferno, senza possibilità di ritorno. Se il bambino è diventato adulto, può concedersi qualche piccolo piacere, anche quello di esibirsi di fronte al pubblico che è una consuetudine dei bambini, fin dalla più tenera età.