Puglia, frena l’export enologico

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Per la prima volta in 30 anni la Puglia registra una frenata dell’export di vino con un calo dello 0,2% in valore nei primi sei mesi del 2020; come rileva Coldiretti Puglia si tratta dii una storica inversione di tendenza, considerato che fino a marzo le esportazioni di vini pugliesi segnavano +20% rispetto allo stesso periodo del 2019. “Bisogna recuperare spazi e rapporti con i mercati esteri che hanno subito una battuta d’arresto durante il lungo lockdown a causa del Covid – sottolinea Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia- intanto, Il bonus ai ristoranti che utilizzano prodotti 100% Made in Italy è importante per sostenere l’intera filiera agroalimentare nazionale dal campi alla tavola che subisce una perdita stimata in 8 miliardi nel 2020 per mancati acquisti di cibi e bevande, a partire dal vino che ha risentito del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa provocati dall’emergenza coronavirus”. Durante il precedente lockdown è stato registrato il crollo del 90% degli ordinativi con disdette di vino destinato al canale Ho.Re.Ca per la chiusura di ristoranti, bar, pizzerie, la riduzione del 15% degli ordini dalla Grande Distribuzione Organizzata, mentre per quanto attiene la commercializzazione sui mercati internazionali si sono accumulati ritardi e il rinvio di circa il 30% degli ordini durante la pandemia e con il rinvio del pagamento delle fatture per il vino già consegnato. In gioco in Puglia ci sono le 27 DOC, 4 DOCG e 6 IGP denominazioni di vino Made in Italy che per la vendemmia 2020 in Puglia si presenta di straordinaria qualità e con un valore in termini di esportazioni stimato sui 158 milioni di euro.  “L’internazionalizzazione è una scelta obbligata – rileva Gianni Cantele, responsabile della Consulta Vitivinicola di Coldiretti Puglia- si deve cogliere questo momento di crisi per mettere a punto una strategia più incisiva di presenza sui mercati stranieri. Sono indispensabili la creazione di nuovi canali commerciali e una massiccia campagna di comunicazione superando l’attuale frammentazione e dispersione delle risorse puntando, in primo luogo, ad una regia nazionale attraverso un’agenzia unica che accompagni le imprese in giro nel mondo, valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate”. La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato la volata – fino al periodo pre-covid – con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Ai tempi del Covid è cresciuto tra i millenials il consumo di vino del 18% e del 25% di vino mixato con altre bevande e nella Fase 3 – rivela Coldiretti Puglia – il 12% dei giovani dichiara di consumare più vino, grazie alla scoperta di prodotti d’eccellenza durante il lungo lockdown. Innumerevoli sono le opportunità di lavoro, secondo Coldiretti Puglia, per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione.