Il gruppo Iren ha chiuso i primi 9 mesi del 2020 con un utile netto di 153 milioni, in calo del 19,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Escludendo gli elementi non ricorrenti, l’utile netto attribuibile agli azionisti risulterebbe in diminuzione del 6,9%. Tra gli altri dati i ricavi scendono del 17,6% a 2,629 miliardi, con una decrescita, informa una nota, da ricondursi ad uno scenario energetico e climatico particolarmente sfavorevole. Il calo dei ricavi non si è riflesso in una perdita di marginalità. Il Mol segna -3,3% a 653 milioni, il risultato operativo è di 290 milioni, in calo del 15,6%. L’indebitamento finanziario netto ammonta a 2,915 miliardi, contro i 2,706 di fine 2019.
“La natura multibusiness e fortemente integrata del Gruppo ha permesso di affrontare uno scenario particolarmente complesso senza provocare impatti sulla marginalità della società, a conferma della straordinaria resilienza di Iren che, in un periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria Covid-19, ha continuato a erogare servizi con il medesimo livello di efficienza e qualità. La significativa crescita della base clienti, pari a oltre 57.000 unità, registrata nei settori energetici ne è ulteriore testimonianza”, ha affermato il Presidente di Iren Renato Boero. “I risultati del periodo, confermano la capacità del Gruppo di operare in un contesto imprevedibile e fortemente condizionato da eventi esogeni” ha commentato Massimiliano Bianco, nella foto, Amministratore Delegato del Gruppo che ha poi aggiunto – “414 milioni di euro di investimenti (+28%), volti al raggiungimento degli obiettivi strategici declinati nell’ultimo piano industriale, hanno supportato la crescita organica del Gruppo, pari a 25 milioni, e le sinergie, per ulteriori 9 milioni. Ci attendiamo un quarto trimestre in crescita rispetto a quello dello scorso anno e confermiamo pertanto la guidance dichiarata in occasione della semestrale, ossia un Ebitda a fine 2020 di circa 910 milioni di euro e un Utile Netto di circa 210 milioni di euro”.