Pioggia di ricorsi alla magistratura amministrativa in Puglia perché le scuole riaprano. Il Codacons di Lecce ha impugnato davanti al Tar di Bari l’ordinanza della Regione Puglia numero 407 del 29 ottobre scorso che dispone la chiusura delle scuole pugliesi di ogni ordine e grado. Il ricorso è stato predisposto dall’avvocato Luisa Carpentieri e presentato ieri insieme ad un gruppo di genitori e studenti salentini. “Già prima del nuovo dpcm che divide il territorio nazionale in zone gialle, arancioni e rosse, collocando la Puglia nella zona arancione, l’ordinanza sembrava eccessiva e dissonante rispetto alle disposizioni nazionali, che mai hanno chiuso la didattica in presenza per le scuole elementari e medie”, spiegano Antonio Carpentieri, coordinatore del Codacons per la provincia di Lecce e l’avvocato Cristian Marchello, responsabile della sede salentina della stessa associazione. “Dopo le disposizioni, pure molto più restrittive in generale, contenute nel nuovo dpcm, quell’ordinanza doveva considerarsi superata. E invece, con un’arroganza senza pari, il presidente Emiliano e l’assessore Lopalco hanno subito annunciato che l’ordinanza 407 del 28 ottobre rimane in vigore fino alla scadenza del 24 novembre 2020. Una situazione inaccettabile, che non solo crea disparità di trattamento fra situazioni uguali – gli alunni siciliani potranno frequentare mentre gli alunni pugliesi dovranno accontentarsi della didattica a distanza – che non solo mette sullo stesso piano province con tassi di contagio molto diversi, ma che si pone in aperto contrasto con le disposizioni nazionali. Oggi il ricorso verrà iscritto a ruolo”, dicono i rappresentanti dell’associazione consumatori. Un altro ricorso contro l’ordinanza emanata il 28 ottobre scorso dalla Regione Puglia lo sta preparando il coordinamento di genitori ‘La scuola che vogliamo – Scuole diffuse in Puglia’, che nei giorni scorsi ha dato vita a diverse manifestazioni di protesta contro la decisione del presidente Michele Emiliano di sospendere le lezioni in presenza dal 30 ottobre al 24 novembre. Il ricorso è stato deciso “a seguito della posizione pubblica assunta dal comitato tecnico scientifico nazionale circa gli effetti della didattica a distanza protratta su bambini, preadolescenti e adolescenti”. ‘La scuola che vogliamo’ esprime apprezzamento per “la decisione del governo italiano di lasciare le scuole del primo ciclo aperte anche nei territori regionali identificati come zone più critiche”, rammaricandosi invece “della volontà invece del presidente della Regione Puglia di non revocare l’ordinanza di chiusura di tutti gli ordini di scuola, a eccezione delle scuole dell’infanzia emanata nei giorni scorsi”. “Ci auguriamo che nelle prossime ore sia promosso dal governo regionale un confronto costruttivo con tutto il mondo della scuola pugliese – scrive il coordinamento – affinché sia possibile rimettere al centro delle scelte politiche il benessere psicofisico dei più piccoli e il loro diritto all’istruzione. La Dad non è Scuola”.