Altro che aiuti sostanziali in busta paga: chi riceverà il nuovo bonus derivante dal taglio del cuneo fiscale dovrà accontentarsi delle briciole
Il taglio del cuneo fiscale, previsto dalla manovra 2021, dovrebbe puntare a garantire ai lavoratori dipendenti del settore privato una boccata d’ossigeno e un conseguente incremento delle loro buste paga a partire dal prossimo anno. Abbiamo usato il condizionale perché le proiezioni fotografano una situazione completamente diversa rispetto allo scenario roseo immaginato dal governo. Altro che aiuti sostanziali: chi riceverà il nuovo bonus derivante dal provvedimento a cui sta ragionando l’esecutivo dovrà accontentarsi soltanto delle briciole.
Certo, siamo ancora in attesa di leggere il testo definitivo del disegno di legge ma i primi calcoli non lasciano presagire niente di buono. Al momento sappiamo che la misura in questione, come hanno dichiarato i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo, sarà finanziata in modo strutturale sotto forma di credito di imposta.
Calcolatrice alla mano, con il taglio del cuneo a regime, le buste paga dei lavoratori si gonfieranno (si fa per dire) di una percentuale compresa tra l’1% e il 4,7%. A questo proposito è utile leggere le proiezioni effettuate dal Sole 24 Ore per aver più chiara la situazione. Ricordiamo che i beneficiari del provvedimento sono, tra gli altri, i soggetti che percepiscono redditi di lavoro dipendente o assimilati a quelli di lavoro dipendente e quelli che incassano compensi percepiti da lavoratori soci di cooperative. Sono esclusi i titolari di redditi professionali e i redditi prodotti da titolari di partita Iva in forma autonoma o di impresa.
Per quanto riguarda l’attività manifatturiera, coloro che rientrano nella categoria dei dirigenti e dei quadri non riceveranno un euro. Un pugno di mosche, invece, spetterà agli apprendisti con una retribuzione lorda di 13.568 euro all’anno (con contributi), i quali potranno contare su un bonus annuale pari a 240 euro. Ovvero: 20 euro in più al mese per un incremento della busta paga pari all’1,9%.
Stesso discorso per gli operai con un reddito annuo di 22.074 euro: 240 euro all’anno per 20 euro al mese. In questo caso l’aumento percentuale sul reddito è addirittura dell’1,4%. Va leggermente meglio agli impiegati (retribuzione annua: 33.830 euro), visto che incasseranno 1.107 euro extra per un totale di 92 euro al mese in più.
Nelle costruzioni gli stipendi di dirigenti e quadri, proprio come nel manifatturiero, non subiranno variazioni. Per tutti gli altri lavoratori, quindi apprendisti (retribuzione lorda: 11.889 euro), impiegati (24.521) e operai (16.430), scatterà un bonus annuale di 240 euro. Stiamo parlando di 20 euro al mese, per un incremento percentuale delle buste paga rispettivamente pari al 2,1%, 1,3% e 1,7%.
Nel settore dell’estrazione di minerali abbiamo una situazione diversa. Nessuna variazione per dirigenti e quadri; aumento di 20 euro al mese per apprendisti (retribuzione lorda annua: 17.606 euro) e operai (26.498). Va meglio agli impiegati (40.013), che si porteranno a casa 704 euro annui, per un totale di 59 euro in più al mese e un incremento in busta paga del 2,6%.
Proseguiamo con le ultime due categorie. Sia nella fornitura di acqua che in quella di energia elettrica non saranno previsti bonus per quadri e dirigenti. Nel primo settore abbiamo 20 euro al mese per apprendisti (reddito annuo: 14.395 euro) e operai (25.321) e 93 euro per gli impiegati (33.419), con questi ultimi che usufruiranno di un +4,8% in busta paga.
Nella fornitura di energia elettrica l’impennata più grande (3,9%) spetterà agli operai (stipendio: 37.411), con 83 euro al mese per un totale di 995 euro all’anno. Gli apprendisti (20.937) incasseranno i soliti 20 euro al mese (aumento reddito pari all’1,4%) mentre gli impiegati 18 euro al mese (216 all’anno) per un incremento dello 0,8%.
Federico Giuliani, Ilgiornale.it