Saras (nella foto, l’a. d. e direttore generale Dario Scaffardi), per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia da Coronavirus, ha intrapreso alcune misure per tenere sotto controllo i costi, compreso l’utilizzo di ammortizzatori sociali per il personale del gruppo. L’azienda ha infatti trovato un accordo coi sindacati per l’avvio della cassa integrazione parziale per tutti i 1378 dipendenti del gruppo, una misura che avrà inizio dal 26 ottobre e, secondo le stime, si protrarrà fino al 30 giugno 2021; il gruppo è disponibile anche ad anticipare l’indennità ai dipendenti. Saras, nel periodo interessato, continuerà a svolgere le necessarie manutenzioni degli impianti e, alla luce del calo dei margini di raffinazione acuitosi nel corso del terzo trimestre, è stato deciso che nei mesi di ottobre e novembre la raffineria rimanga operativa in ragione dell’economicità della lavorazione marginale, salvaguardando comunque la produzione di elettricità fondamentale per l’equilibrio della rete della Sardegna. A fronte di una mancata ripresa dei consumi, anche a causa della recrudescenza dell’epidemia, Saras, spiega una nota, “ha deciso di intraprendere delle scelte per il contenimento dei costi in questa fase transitoria” con “una riduzione drastica degli investimenti per l’anno 2021”, una riduzione delle manutenzioni mantenendo però tutti gli impianti in marcia e appunto “un contenimento del costo del lavoro” con l’avvio di una cassa di integrazione parziale.